Lago Rosa, Senegal. Un tempo conosciuto come lago Retba, è uno dei laghi piu’ salati al mondo. Ha una concentrazione di sale maggiore di quella del Mar Morto ed era in origine una piccola estensione dell’oceano Atlantico. Siccità e cambiamenti climatici hanno fatto in modo che questo braccio di mare si isolasse e diventasse un vero e proprio lago, salato.

Conosciuto in tutto il paese e gettonato dai turisti per il suo colore, tra l’arancione e il rosso, questo lago rappresenta un’importante fonte di reddito. Se sulla sponda ovest i turisti flottano tra acque salate e sogni da occidentali, più a sud immigrati maliani e guineani passano 5-6 ore al giorno immersi nelle stesse acque, tanto belle quanto pungenti.

Sono i ramasseurs, i raccoglitori di sale. Con un bastone cercano, grattano, setacciano il fondale cristallino e ora dopo ora caricano le piccole piroghe che diventano sempre più pesanti, sempre piu’ bianche. A fine giornata, con un po’ di fortuna, riescono a raccogliere anche una tonnellata di sale grezzo. Sulla piroga, lo stretto indispensabile per arrivare a sera. Un telefonino, qualcosa da mangiare, un pacchetto di sigarette.

Un tempo erano le donne ad occuparsi della raccolta del sale, ma in seguito a numerosi casi di aborto spontaneo è stata loro vietata questa attività lavorativa. E cosi’ si sono spostate dall’altra parte della “filiera” e si occupano oggi dello scarico. Sono immigrate provenienti per lo piu’ da Mali e Guinea Conakry, anche se capita spesso di trovare assieme a loro ragazzini ancora minorenni. Per ogni catino svuotato un guadagno pari a 20 centesimi di euro.

Al calar della sera i grossisti, a bordo di costosi 4×4, arrivano a controllare il lavoro svolto. Principalmente  senegalesi ma anche maliani, conferiscono il carico al porto di Dakar, direzione Europa, oppure organizzano i camion diretti in Mali e Burkina Faso, dove c’è un enorme bisogno di sale, soprattutto per la conservazione del pesce. Venticinque chili sono acquistati a meno di due euro. Sui sacchi la scritta “Sel d’or”, sale d’oro del Senegal.

di Lucia Michelini

Lucia Michelini, originaria di Belluno, classe 1984. Dottoressa di ricerca in Ecologia, si occupa principalmente di cooperazione allo sviluppo ed educazione. Attualmente si trova in Senegal dove segue un progetto europeo sulla lotta ai cambiamenti climatici e all’insicurezza alimentare.