Nel drammatico teatro di violenza che interessa ormai tutto il pianeta siamo testimoni in India in questi giorni di atti di repressione, da parte del governo Modi e del suo partito BJP, contro minoranze religiose ed etniche che hanno portato decine di vittime sulle strade della capitale indiana.
Per contrapporsi a tutto questo siamo chiamati a spostare velocemente la nostra esistenza verso pensieri ed azioni costruttive positive.
È il momento ideale per comprendere e mettere in pratica gli insegnamenti dei grandi maestri della Nonviolenza (Ahimsa) e permettere ai vari sentieri spirituali e politici di convergere verso un unico cammino.
In questi giorni una piccola delegazione italiana ha partecipato ad un susseguirsi di eventi e cerimonie in onore di Shakyamuni, il Buddha, e del Reverendo Nichidatsu Fuji fondatore dell’ordine Nipponzan Myohoji.
Rev. Fuji, della corrente buddista Nichiren Daishonin, aveva sperimentato e diffuso la forza positiva della recitazione del mantra NA-MU-MYO-HO-REN-GE-KYO; egli volle rispondere concretamente alla tragica catastrofe di Hiroshima e Nagasaki edificando nel mondo monasteri, tempi e pagode per diffondere la Pace.
La sua opera di diffusione della Nonviolenza si è estesa grazie ai monaci e assieme ad alcuni attivi pacifisti, che hanno manifestato il proprio impegno attraverso preghiere, digiuni e lunghe marce per la Pace.
Negli anni il movimento ha fondato radici in molti paesi del mondo fra cui l’Italia (Comiso).
Il reverendo Fuji, amico e collaboratore del Mahatma Gandhi, dopo l’indipendenza dell’India, venne invitato ed incoraggiato da Nerhu, ad erigere la prima pagoda per la Pace a Rajgir nello stato del Bihar.
In seguito, i monaci della Nipponzan Myohoji, hanno costruito Templi e Pagode in varie località dell’India.
Alla fine degli anni ’70, un preside -di fede cattolica- di una scuola del Tamilnadu, che nutriva una forte stima per la missione del rev. Fuji, estese il suo contributo affinché venisse eretta una pagoda anche nel sud dell’India.
A seguito di questa amicizia, si giunse alla donazione di un pezzo di terra da parte di un avvocato attivo nel movimento gandhiano. Il terreno si trovava a Shankarankovil, una cittadina spiritualmente significativa grazie alla presenza di un grande tempio hindu.
In una ventina di anni è sorto, grazie all’infaticabile presenza del rev. Ishitani, il monastero, il tempio e finalmente la grande pagoda.
All’interno di questa, con una grande cerimonia alla presenza di un migliaio di persone provenienti da vari paesi del mondo, il 4 Marzo (al caldo di un sole cocente!) sono state poste le sacre reliquie del Buddha, atto compiuto in una atmosfera di grande emozione e solennità al battito rituale dei tamburi delle decine dei monaci e dei devoti presenti.
Dall’talia è intervenuta una piccola rappresentanza al seguito del Rev. Morishita, che negli anni ’80, partecipò alle lotte nonviolente contro l’installazione dei missili CRUISE nella base militare di Comiso, in Sicilia.
Oggi, nel panorama delle colline del piccolo paese siciliano, la pagoda per la Pace, costruita dal Rev. Morishita, rappresenta una vittoria dei movimenti nonviolenti ed è divenuta, per tanti, un punto di riferimento importante ed imprescindibile.
Presente in questi giorni a Madurai era il regista romano Massimiliano Troiani, amico di lunga data della Nipponzan Myohoji, che ha prodotto diretto e presentato due interessanti documentari:
“Un Buddha si è fermato a Comiso” – che racconta la storia del Rev. Morishita e del suo incontro con il movimento pacifista italiano – e
“Le ceneri di Gandhi”, che narra gli anni della lotta nonviolenta del Mahatma attraverso le preziose testimonianze di persone che gli furono accanto e che documenta inoltre l’arrivo in India del Rev. Ishitani.
Nel campus del Gandhi Museum di Madurai, diretto dall’amico e attivo gandhiano K.M.Natarajan, il primo Marzo è stato presentato con grande successo, nell’antica e suggestiva biblioteca,  il documentario “Le ceneri di Gandhi”.
L’attuale direzione del Gandhi Museum, ha saputo valorizzare ed incoraggiare la creatività dei giovani locali che hanno accolto in questi giorni gli ospiti internazionali, omaggiandoli con doni significativi quali una corona di fiori da depositare sul cenotafio del Mahatma ed un prezioso telo in cotone filato e tessuto a mano da artigiani locali simbolo dell’arcolaio tanto caro al Mahatma.
Ricordiamo infine l’inaugurazione di una statua di Gandhi, segno tangibile della sua profonda amicizia con il rev. Fuji; l’onore di inaugurare l’opera è stato assegnato alla 87enne Anna Luisa L’Abate, preziosa compagna di vita e di lotte del compianto Alberto, “compresente” come amava dire Aldo Capitini.
Alessandra Bianca L’Abate
Redazione Pressenza India
Per informazioni:
Massimiliano Troiani: maxtroiani1@gmail.com;
Nipponzan Myohoji Tamilnadu:
foto di Massimiliano Troiani