Dalla promulgazione del DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri) 11 marzo 2020, si stanno evidenziano alcune categorie di problemi alle quali si cerca di porre rimedio.

I problemi che verranno affrontati in questo articolo sono tre:

  • La violenze domestiche contro donne e bambini
  • L’alimentazione di bambini nelle famiglie indigenti
  • Gli animali domestici di coloro che son stati ricoverati o che purtroppo sono deceduti

Queste categorie di problemi, nella concitazione dell’emergenza, non sono stati in un primo tempo evidenziati e dibattuti.

 

Nella convivenza h24 le donne che hanno mariti o compagni violenti, e i loro figli, potenzialmente sono più a rischio.

La convivenza forzata, l’obbligo di restare in casa, certamente espongono le donne e i bambini, a rischio di violenza, ad una maggior probabilità poterla subire.

Il convivere 24 ore al giorno, magari in appartamenti piccoli e spazi angusti, può certamente acuire rabbia e aggressività, chi è abituato a sfogarla su moglie o compagna e i suo figli, li ha sottomano letteralmente tutto il giorno.

Inoltre è più difficile denunciare le violenze perché il rischio di essere sentite mentre si telefona è elevato.

Non Una di meno ha attivato il numero 1522 ove le donne possono denunciare la violenza subita e rimangono naturalmente attivi i numeri di soccorso di Polizia e Carabinieri.

Qualora telefonare fosse difficile, WeWorld ha istituito un’indirizzo e-mail al quale si può scrivere per chiedere aiuto, forse una mail è più semplice da inviare senza farsene accorgere: ascoltodonna@weworld.it.

Il monitoraggio delle violenze domestiche comunque non si arresta.

A questo indirizzo https://www.direcontrolaviolenza.it/emergenza-coronavirus-apertura-centri-d-i-re/ si possono trovare tutte le notizie utili riguardo ad i centri antiviolenza sulle donne italiani.

Molti centri antiviolenza hanno un numero WhatsApp, che permette di chattare senza dare nell’occhio.

Per violenza di genere si intendono tutti gli atti di violenza, fisica, sessuale e psicologica, compresi lo stalking, lo stupro e il femminicidio, verso persone discriminate in base al sesso.

È ritenuta una violazione dei diritti:  Dichiarazione di Vienna (Conferenza Mondiale dei Diritti Umani, 1993)

 

Il problema economico delle famiglie socialmente fragili nella gestione dei bambini.

Le mense scolastiche garantiscono ai bambini delle famiglie più indigenti un pasto bilanciato.

Molte famiglie che magari non hanno un ISEE compatibile con la gratuità della mensa scolastica, hanno comunque pagato la rata, ed ora si trovano ambedue i pasti dei bambini a carico.

E prevedibile pensare che i bambini verranno alimentati con cibi a basso costo, junk food, con tutte le conseguenze che ciò può causare nel tempo: obesità, quindi potenziali malattie metaboliche, cardiocircolatorie, il tutto si tradurrà in ulteriori costi sociali e sanitari.

Le famiglie economicamente più fragili, già segnate dalle preoccupazioni, che abitano in appartamenti di ridotta dimensione, ove diventa difficile gestire gli spazi, sono certamente le più socialmente esposte agli effetti DPCM.

Inoltre le conseguenze economiche che deriveranno a livello mondiale dalla pandemia colpiranno molto più duramente e molto più a lungo i soggetti socialmente fragili.

Chi parla di “democraticità” del virus, commette una grave inesattezza, colpisce tutti, ma gli effetti sociali sono molto maggiori nei confronti di chi è socialmente più fragile e speriamo che l’Africa e i paesi economicamente meno sviluppati non vengano colpiti come lo siamo stati noi.

Proprio oggi è stato abolito il patto di stabilità europeo, obiettivamente una grande conquista, la BCE sembra finalmente fare la propria parte.

Occorrerà però che tutto questo si traduca in welfare se non vogliamo gravi tensioni sociali.

 

Come gestire gli animali domestici delle persone sole ammalate, o purtroppo decedute?

Su questo, fortunatamente si è fatto molto: le associazioni che gestiscono rifugi per animali sono state autorizzate a continuare a gestirli, la gestione dei rifugi è stata fatta rientrare, una volta individuato il problema a cui in un primo tempo non si era pensato, nel criterio di prima necessità.

Ora, grazie alla determinazione delle associazioni per la tutela degli animali, si può legalmente entrare nelle case per recuperare gli animali delle persone colpite dal coronavirus.

Se si tratta di gatti di persone ricoverate, la tendenza è lasciarli nelle rispettive abitazioni, personale apposito, per lo più di associazioni per la tutela degli animali, continua ad alimentarli nelle loro abitazioni.

Se si tratta di cani il problema è più delicato, il cane tende a difendere il territorio, per cui accedere alle case per accudirli può rappresentare un problema, vengono quindi portati nei rifugi delle associazioni in attesa che la persona con cui convivono possa rientrare dalla malattia.

Fortunatamente, compatibilmente alle ovvie difficoltà, questo problema sembra finalmente essere ben gestito.