Fino a qualche settimana fa la Comunità Operosa Alto Verbano impegnava tutte le sue migliori risorse nell’affrontare le problematiche dei cambiamenti climatici, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, la lotta allo spreco alimentare fino ad ambiziosi progetti di rigenerazione territoriale. Già si pensava a quali buone pratiche era necessario adottare nei prossimi 10 anni per arrivare all’obiettivo di ridurre del 55 % le emissioni di CO2 nel 2030; già i giovani della Comunità Operosa presenziavano ai Consigli Comunali per chiedere la dichiarazione di emergenza climatica. Serate e serate passate in discussioni animate su come organizzare la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza del 1° marzo, prevedendo ogni possibile situazione e pianificando ogni interazione tra i vari gruppi presenti nel nostro territorio.

Poi il nulla: stop alle riunioni, banditi tutti gli incontri, saltate tutte le manifestazioni organizzate con tanto impegno; e tutto questo per un piccolissimo essere dell’universo che, incurante di confini regolati da trattati internazionali, sprezzante dei limiti geografici, ha invaso i nostri territori, le nostre scuole, le nostre industrie ed ha cambiato radicalmente i nostri stili di vita e le nostre certezze in poche settimane.

Ci siamo trovati in pochissimo tempo chiusi nelle nostre case, in un confinamento forzato che ha interrotto la socialità fondata sull’incontro, in un bombardamento di informazioni spesso contradditorie, ma terrificanti nei numeri, che ci iniettavano quantità sproporzionate di panico ed angoscia. In qualche momento di pace abbiamo incominciato a capire quanto siamo fragili, quanto abbiamo bisogno del contatto umano, quanto siamo esseri sociali in un ambiente che sta stranamente tornando pulito e silenzioso.

Ed è proprio in questi momenti difficili che quella costruzione della Comunità che da tanto tempo ci impegna è chiamata a dimostrare i suoi valori ed a trovare strumenti di solidarietà per superare l’emergenza in corso. E così nello scorso fine settimana la Comunità Operosa ha lavorato al progetto “Adotta una persona”, una rete di volontari distribuiti nel territorio ed appartenenti alle 23 realtà della Comunità che si mettono al servizio delle Istituzioni (Servizi Sociali, Croce Rossa, Comuni, Parrocchie) per ascoltare telefonicamente le persone in condizioni di solitudine e di isolamento e portare loro un messaggio di amicizia e di presenza, perché è proprio nei momenti di emergenza che la paura e l’irrazionalità inevitabilmente rischiano di prendere il sopravvento. Ascoltarle e comunicare con loro ha molteplici funzioni positive, di cui la più importante è permettere alle persone di sentirsi umanamente vicine.

In pochi giorni, grazie alla rete di relazioni costruita negli anni scorsi, decine e decine di volontari si sono messi a disposizione per telefonare alle persone sole, agli anziani del paese, alle persone in difficoltà per la spesa, in sinergia con i numeri di emergenza messi a disposizione dalla Croce Rossa, dai Servizi Sociali dei Comuni, dalle Parrocchie; un team di psicologhe si è riunito per preparare uno specifico vademecum per aiutare i volontari a svolgere questo prezioso e delicato servizio. E questa è la storia di oggi: molte persone in difficoltà capiscono che una comunità esiste intorno a loro. Forse non ne avevano percepito l’esistenza, forse ne avevano sentito parlare, ma ora toccano con mano quanto sia importante che qualcuno si interessi a loro, ascoltandole e portando loro un messaggio di amicizia e di vicinanza. Questa è la Comunità.

Come sappiamo l’emergenza coronavirus è solo all’inizio: stiamo ancora reclutando volontari per il progetto “Adotta una persona” nell’ambito delle 23 realtà della Comunità Operosa. Chi, appartenendo ad una di queste realtà, volesse partecipare al progetto può inviare una mail a comunitaoperosa@gmail.com.

C’è però un’ultima cosa che occorre dire: cosa dobbiamo imparare da questa esperienza? La speranza è che questi giorni difficili possano servire per affrontare l’altra crisi, quella più grave per il nostro futuro, quella di cui abbiamo già avuto evidenze, ovvero quella ambientale. Speriamo che tutti noi si capisca come sia necessario cambiare i nostri stili di vita (in parte lo abbiamo già fatto), magari aumentando la consapevolezza che le alternative ci sono: una vita più sobria e meno frenetica, consumare prodotti locali e bio, dedicare più tempo a noi ed alle nostre relazioni in un ambiente meno inquinato, con meno veleni, meno rumore e meno auto sulle strade.

Gianfranco Malagola

Fanno parte della Comunità Operosa Alto Verbano: A.GE.VA, AGRISOL, AMICI DI NZONG, ANEMOS LOMBARDIA, A.N.P.I, ASILO MARIUCCIA, ASS. HORTUS, ASS. SOLARIS, AISU VERSO ITACA, BANCA DEL TEMPO, CAST, CHIESA EVANGELICA VALDESE, GIM-TERREdiLAGO, ASS. COSTRUTTORI DI PACE, CRI COMITATO DI LUINO E VALLI, DONNASICURA ONLUS, ASS. LA GRA’, ASS. LE CEPPAIE, LICEO SCIENTIFICO SERENI, INFORMADSA LUINO, ASS. SCOUT LUINO 1, SOMS, I.S.I.S. “CITTA’ DI LUINO – C. VOLONTE’”.