Ieri sul sito di LasciateCIEntrare è comparso questo comunicato a firma Yasmine Accardo che diffondiamo riportandolo integralmente:

Ieri notte all’improvviso la polizia entra nel CPR di Caltanissetta per effettuare i rimpatri a sorpresa di alcuni reclusi, che iniziano una protesta per evitare la deportazione. Tra loro un cittadino tunisino, S., da poco arrivato a Lampedusa e che, come tanti, non ha nemmeno avuto il tempo di chiedere diritti che è stato trasferito al cpr.

La polizia si è scagliata con violenza sui manifestanti, in particolare contro S., buttandolo a terra e determinando gravi ferite alle gambe ed alla caviglia. Nonostante il dolore e la richiesta di soccorso, soltanto dopo le proteste degli altri reclusi, stamattina è stato condotto in ospedale e quindi “ributtato” nel cpr. I compagni hanno ricominciato a protestare pretendendo un trattamento adeguato alla sua condizione,poichè nel centro non vi è mai adeguata assistenza.
I reclusi sono 19 e tutti lamentano le pessime condizioni del centro, che ricordiamo, doveva essere chiuso in gennaio, per lavori di ristrutturazione, poichè in condizioni di inagibilità e di invivibilità. La ristrutturazione è inutile, ovviamente, riteniamo , infatti, che i CPR vanno chiusi tutti a prescindere, perchè restano luoghi di segregazione su base etnica di persone che non hanno commesso reato. L’unico abuso, a nostro avviso, continua ad essere quello di un Sistema fallimentare nella regolarizzazione delle persone che abitano il nostro territorio. Un Sistema che nasconde i suoi crimini contro l’uomo e che continua a restare impunito.
Uno dei reclusi ci racconta: ” siamo trattati come bestie. Siamo solo in 19 e nessuno si occupa di noi. Stanno sempre lì a guardarci minacciosi e non rispondono mai alle richieste di aiuto. Ci sono 80 persone che qui fanno da staff: mangiano pizza e bevono , ma a noi non pensano proprio. I nostri letti sono freddi, di cemento, con sottili materassi che sono sempre bagnati. Le coperte sono sporche ed insufficienti e non sappiamo quanto dovremo restare qui”.
In questi giorni di attenzione al coronavirus, lo staff arriva con le mascherine, ma non dà alcuna informativa ai reclusi: ” non ci dicono come dobbiamo salvaguardarci, cosa dobbiamo fare. Ma figurati siamo solo bestie al macero per loro. A peso d’oro. quando spende il vostro Paese per quest’infamità? Perchè poi qui le persone sono così maleducate e cattive nei nostri riguardi. Il ragazzo che è caduto per colpa della polizia, sta male eppure non se ne fregano niente. Lui è sbarcato da poco in Italia e non gli hanno nemmeno fatto chiedere asilo”.
Che si muoia nei CPR, come per Aymen a Gennaio, o si stia male senza ricevervi assistenza non importa nulla a nessuno. La bestia sistema che si nutre di nefandezze continua a fare un “ottimo” lavoro di spoliazione dei diritti e di degradazione della dignità delle persone, tutte azioni che “lava” poi con l’amuchina.

 

La situazione nei CPR continua a destare preoccupazione: l’impossibilità di accesso a “osservatori” esterni, l’impossibilità di verifica delle condizioni dei “trattenuti” (così vengono burocraticamente definiti i detenuti dei CPR, n.d.r.), ci risulta che tutt’ora i ritenuti non possano disporre dei propri telefonini, le tre morti da luglio 2019, le continue denunciate proteste, portano a pensare che il sistema di detenzione dei CPR sia assolutamente fallimentare, che non garantisca diritti, il numero dei rimpatrii è estremamente esiguo, per non parlare del fatto che vengono rinchiusi (fino ad un anno) anche  i richiedenti asilo.

 

La “legge dei CPR” è la Turco-Napolitano, fatta da un partito di sinistra. Purtroppo oggi vediamo che non è mai stata toccata, non solo: non è stata toccata la Bossi-Fini e non sono stati abrogati gli altrettanto vergognosi Decreti “Sicurezza”.
Fortunatamente gli attivisti continuano a tenere alta l’attenzione sul problema.