Su iniziativa della Wilpf varie  persone e associazioni pacifiste hanno mandato oggi al Ministro della Difesa la seguente lettera urgente su vari temi ed in particolare l’acquisto degli F-35. La riportiamo qui sotto

—————————–

Alla c.a.

del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini

e per conoscenza:

al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

e al Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte

Loro sedi

 

Egregio Ministro Lorenzo Guerini, 

 

siamo associazioni impegnate per la pace: quella vera, non quella dichiarata mentre si continuano a produrre, comprare e vendere armi che prima o poi, fatalmente, saranno usate perché è per questo che si fabbricano. Crediamo fermamente che il disarmo sia uno dei passaggi chiave per poter vivere in un mondo più giusto e migliore per tutti, come si scriveva già alla fine del secolo XIX: 

La stampa di tutti i paesi ci parla su tutti i toni della necessità della pace per i popoli e la desidera ardentemente. La pace è in tutte le bocche, eppure i governi aumentano ogni anno i loro armamenti, introducono nuove imposte, fanno prestiti ed aumentano a dismisura i loro debiti, lasciando alle generazioni venture la cura di riparare a tutti gli errori della nostra politica insensata. E che cosa fanno i governi per giustificarsi dei loro armamenti e del deficit dei loro bilanci? Essi mettono assolutamente tutto SUL CONTO ESCLUSIVO DELLA DIFESA. Ma ecco il punto oscuro, ciò che nessun uomo imparziale può e potrà comprendere: da qual parte verrà l’attacco se nella loro politica le grandi potenze non mirano unanimi che alla difesa?  Non di meno ciascuna potenza è pronta ad ogni istante ad assalire le altre. Ecco ciò che cagiona una sfiducia generale, come altresì gli sforzi sovrumani di ogni Stato per superare in forze militari tutti gli altri. Una tale rivalità è per se stessa il più grande pericolo di guerra. Allora il pretesto più futile basterà per accendere il fuoco della guerra in tutta Europa, da un’estremità all’altra. L’ultimo Congresso Universale per la Pace a Londra (1890) nella sua memoria, trascrive: «Ci roviniamo per preparare i mezzi per prender parte alle pazze stragi dell’avvenire, o per pagare gli interessi dei debiti lasciatici dalle pazze stragi del passato. Come diceva uno dei nostri poeti e dei nostri giornalisti: ”MORIAMO DI FAME PER POTERCI UCCIDERE” » (citazioni da: “Il Regno di Dio è in voi”, 1893, Lev Tolstoj).

E perché allora invece di gettare i milioni, spremuti dalle tasche della povera gente nelle fauci mai sazie del Moloch militarista, perché non aprite scuole e non propagate in lungo e in largo le norme igieniche moderne?» (citazione da: “La lotta semplice”, 1901, Giacomo Matteotti).

Questo più di un secolo fa e prima delle due Guerre Mondiali. Non c’era ancora l’Unione Europea  e il miracolo dei suoi 70 anni di Pace tra i paesi dell’Unione… ma la situazione internazionale è rimasta immutata…Aggravata dal danno esistenziale esteso anche all’Ambiente…Chi pagherà questi danni? 

L’Italia non sta facendo eccezione. In particolare sull’acquisto degli F35, aerei trasportatori di bombe atomiche, i due partiti di maggioranza del governo hanno fatto marcia indietro, nascondendosi dietro l’alibi dell’aumento dei posti di lavoro. E’ morale proporre alle persone di lavorare per fabbricare strumenti di morte pur di non essere disoccupate? E’ morale spendere più di dieci miliardi per degli aerei da guerra quando ci sono tante altre emergenze sociali nel nostro Paese? 

Gli interessi dei cittadini e quelli dell’industria delle armi non coincidono. I cittadini hanno interesse a lavorare in condizioni dignitose, nell’occupazione verde e sapendo che quel che fanno ha un senso. Hanno interesse alla tutela dell’ambiente, della sanità, dell’istruzione, della ricerca. Attendono soluzioni valide per lo  smaltimento dei rifiuti, lo sviluppo dei territori contro le mafie, non grandi opere inutili. In una parola, hanno interesse ad avere un futuro. Il futuro è ipotecato se sul suolo nazionale continuano ad esserci due basi atomiche ad Aviano e a Ghedi con settanta bombe B61-4 e B61-3, (undici volte più potenti di quelle che distrussero Hiroshima) o aerei per il trasporto di bombe atomiche. Ciò in violazione degli Articoli II e VI del Trattato di Non Proliferazione Nucleare ratificato dall’Italia nel 1975 a causa dei precedenti degli accordi presi con la NATO dal 1951.

L’industria delle armi non ha altro interesse che continuare a fare profitti, e se per questo contribuisce decisivamente a peggiorare le condizioni dell’ambiente (un 20% delle emissioni proviene dall’attività militare), a sottrarre fondi alle spese sociali, a provocare migrazioni di massa di disperati che nessuno vuole accogliere, ha anche i mezzi per reprimere le proteste che sorgono di conseguenza. Insomma, all’industria delle armi non importa di trasformare il mondo in un inferno pur di continuare a crescere. E’ il solito atteggiamento cieco e distruttivo di quel sistema economico che è diventato tabù nominare: il capitalismo. Ma per governare un paese ci vuole altro. 

 

Non resta che Disonorare la Guerra. L’Italia l’ha già fatto ripudiandola nell’Art.11 della Costituzione. La spesa bellica deve essere rivista e l’Italia deve ratificare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari e dare l’ONORE al proprio POPOLO di essere fra i primi 50 Paesi che lo hanno fatto. 

 

WILPF-Italia (Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Libertà),

Disarmisti Esigenti,

Angelo Baracca, professore di Fisica a riposo, Università di Firenze,

Oliviero Sorbini, Vice-Presidente Accademia Kronos,

Pressenza,

Elio Pagani, attivista di Pax Christi,

Pier Luigi Starace (Nuova Velletri per il Mali),

Emauela Fumagalli (Associazione Mondo Senza Guerre e Senza Violenza),

Marco Caldiroli (Presidente Medicina Democratica Movimento di Lotta per la salute Onlus), 

Rosella Francone (Ricercatrice Ente Pubblico di Ricerca, Roma),

Alexander Hobel, precario della ricerca, Roma,

Gino Carpentiero, Medico del Lavoro, Firenze,

Mario d’Acunto, ricercatore CNR,

Lucialba Forlai, insegnante in pensione,

Roberto Budini  Gattai, Urbanista Set Firenze, laboratorio Per un’altra città,

Alessandro Capuzzo (Comitato Pace e Convivenza di Trieste)

Joachim Lau (IALANA-Italia, International  Association of Lawyers Against Nuclear Arms)

Giovanni Russo Spena
Floriana Lipparini (no muri no recinti)
   
Daniele Barbieri

 

Roma, 12 gennaio 2020