Le 50 bombe nucleari statunitensi stoccate nella base di Incirlik in Turchia dovrebbero essere trasferite ad Aviano nella omonima base aerea e immagazzinate insieme agli ordigni già presenti. Era una notizia già trapelata e rilanciata da Bloomberg, che riporta dichiarazioni del generale in pensione Charles Chuck Wald, il quale parla chiaramente di “urgente bisogno di ricollocazione”.

L’Italia è già il paese europeo con più armi nucleari americane e ben due basi. Con lo stoccaggio di quasi un centinaio di bombe nucleari la base aerea di Aviano (e con essa l’Italia) diventerebbe la prima in Europa per numero di ordigni nucleari custoditi. Una palese contraddizione rispetto all’articolo 11 della Costituzione che recita “L’Italia ripudia la guerra” e la nostra adesione al trattato di non proliferazione nucleare (TPN)” denunciano in un comunicato Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e Roberto Criscitiello, segretario regionale del Friuli Venezia Giulia.

Alle porte del 2020 l’Italia può e deve uscire dal regime di sovranità limitata in cui si trova dalla fine della seconda guerra mondiale; può e deve uscire dalla stessa Nato, la più obsoleta e aggressiva organizzazione militare al mondo. Questo paese deve ritornare al futuro e muovere passi concreti verso il disarmo, la pace e la cooperazione. Rilanciamo la mobilitazione per il disarmo nucleare!” conclude il comunicato.

Dura condanna anche da parte del coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che definisce il trasferimento dalla Turchia all’Italia delle 50 testate nucleari attualmente presenti nella base di Incirlik “un fatto di una gravità inaudita “ e considera  “inaccettabile il silenzio del governo italiano.”

Peccato però che né Rifondazione né i Verdi citino il Trattato per la proibizione delle armi nucleari e la campagna per spingere l’Italia a sottoscriverlo.