“Nuova vittoria dei buonisti: dichiarati illegali i respingimenti”. È questo il titolo de Il Giornale a commento della storica sentenza del tribunale di Roma a seguito del ricorso presentato da 14 migranti eritrei che, in un gruppo di 89 persone, il 1° Luglio 2009 erano state soccorse dalla Marina militare italiana e riportate in Libia.

Il gommone su cui navigavano era in avaria. Quella sentenza di fatto si riferisce semplicemente all’Articolo 10 della nostra Costituzione “buonista” che stabilisce il riconoscimento del diritto d’asilo alle persone che fuggono da contesti di privazione della loro libertà. C’era stata una precedente sentenza anche da parte della Corte Europea. Ora il timore degli amici del Il Giornale è che quella sentenza possa essere estesa a tutti i respingimenti avvenuti ben oltre quella data in cui ministro dell’Interno era Roberto Maroni che si mostrava più buonista dei suoi successori Minniti e Salvini.

La sentenza prescrive anche che gli eritrei ricorrenti siano risarciti. Ma chi risarcirà i morti? Chi ridarà dignità alle vite calpestate? Chi ci farà tornare umani davanti alla Costituzione e alla vita? I non-buonisti di una volta avevano trovato la risposta sprezzante che andava bene per tutto: Me ne frego. E forse è proprio questo il sintomo più evidente di un vomito di cultura che ritorna con le sue semplificazioni, le sue derive e le sue vittime. Per questo siamo chiamati a resistere e a restare umani.

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