I dati forniti in sede COP sul disastro ecologico mondiale sono più che allarmanti. E mancano quelli  dello scempio climatico-ambientale  dell’attività militare che  continua ad essere un tabù anche in questa COP!!!

—E’ in corso la sesta estinzione  di massa di specie viventi.

—Il 60% delle emissioni climalteranti proviene dalle città e nelle città ormai vive il 50% della popolazione mondiale.

—La deforestazione è in drammatica  crescita.

— Gli oceani  negli ultimi 50 anni hanno perso il  2% dell’ossigeno e se non si interviene siamo orientati a – 4%. Esistono attualmente 700 aree critiche (negli anni ’60 eravamo a 45). La deossigenazione  si unisce al riscaldamento e  alll’acidificazione dell’acqua.

— Drammatiche connessioni tra salute e cambiamenti climatici: sette milioni di persone morte ogni anno in seguito al solo inquinamento dell’aria. L’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato un corso di formazione online rivolto ai professionisti del negoziato sul cambiamento climatico  su “come includere gli aspetti del cambiamento climatico relativi alla salute negli stessi negoziati”. Circola anche la proposta di  fare della prossima Cop 2020 la “Health Cop”.

Manca solo un anno alla scadenza del 2020, con la presentazione di nuovi piani d’azione “vincolanti” per il clima, eppure le emissioni climalteranti nel 2019 sono aumentate ulteriormente, anziché diminuire,  allontanando l’umanità dagli obiettivi di Parigi.  E le trattative per il Carbon Market  (Mercato delle Emissioni)  e il Green Climate Fund  (GCF)  (finanziamento delle azioni in favore del clima) rimangono molto complesse dopo una settimana di trattative.

Dov’è l’investimento per salvare il nostro pianeta, se ogni giorno vengono spesi  per la guerra 5 miliardi di dollari?

Ma i GIOVANI  non  sono sufficientemente  informati sul “nesso che esiste tra attività militare / contaminazione ambientale / cambiamento climatico”. Comunque, rispetto a quello che conoscono, si muovono e denunciano con forza l’inadeguatezza della politica e lo fanno con grande determinazione  fuori e dentro la COP25.

Dopo la grande Marcia  del 6 dicembre, in cui i giovani erano numerosissimi accanto a quelli del Movimento Fridays For Future,  sabato  7 erano di scena i giovani di Extinction  Rebellion.  Una partecipata  manifestazione di XR nel centro di Madrid – e in contemporanea in altre  20 capitali del mondo- ha denunciato l’inazione dei governi,  chiedendo  giustizia climatica e rispetto per la relazione  degli scienziati dell’IPCC .

In sede COP  una quarantina di attivisti di XR hanno portato  un’ulteriore protesta. Avevano gli occhi bendati di nero  e sul torso nudo molte scritte tra cui:  “Energia sporca” e   “Solo Menzogne”. Erano posizionati  davanti allo spazio delle imprese più contaminanti in Spagna,  accusate di fare un “lavaggio della loro immagine” attraverso la  partecipazione alla COP25.

L’attivismo dei giovani per il clima e l’ambiente è quotidianamente presente nei programmi di attività che riflettono il loro appassionato e responsabile impegno  di informazione, sensibilizzazione e pressione sui politici  perché venga garantito un “FUTURO  in un ambiente sano”.

Il coinvolgimento dei giovani da parte dell’ONU sul tema ambiente e clima risale al 2015 con gli Accordi di Parigi. Il segretario  Guterres , particolarmente sensibile al tema,   in occasione  del “Vertice ONU per l’Azione Climatica” del 23 settembre 2019 a New York  ha voluto che questo  fosse preceduto da un Youth summit  il 21 settembre  – “My Future, Our Planet”. Da tutto il mondo 500 giovani leader  hanno risposto alla chiamata di Guterres, presentando  progetti di sostenibilità ambientale;  tra loro anche due giovani universitari  italiani.

I “Giovani delegati presso le Nazioni Unite” lavorano  perché si raggiungano  i tre obiettivi climatici dell’accordo di Parigi : ridurre le emissioni del 45% entro il 2030; raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 (cioè emissioni di anidride carbonica pari a zero) e stabilizzare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C gradi entro la fine del secolo.

Il loro attivismo è al contempo nazionale e internazionale e si manifesta anche attraverso la costruzione di un’ efficace rete in espansione, proiettata a costruire relazioni col mondo della scienza, della cultura, dell’informazione e della politica.

Questo il messaggio di  Li Zilin, bambina di  9 anni originaria di Chengdu, nel sud ovest della Cina-  città famosa per il panda gigante. Li ci ha spiegato che questo  panda   piace molto ai bambini perché “ è carino, goffo, paffuto e si muove lentamente per godersi la vita”. Li augura a tutti di potersi godere la vita con tempi distesi, ma al contempo aggiunge: “Sono consapevole che in questo mondo non tutte le cose si possono fare lentamente. Molti problemi come il cambiamento climatico necessitano di azioni immediate”. Auspica che anche in Cina tanti giovani si attivino per il clima come ha fatto Greta. “Sono una bambina  ambasciatrice dei panda. Amo i Panda e amo la Terra. Vi invito  a partecipare il prossimo anno in Cina alla Conferenza ONU sulla Biodiversità” .

Giovanna Pagani WILPF Italia