Nato a New York nel 1927 e morto nel 1986 a Bethesda, Roy Cohn fu un legale tra i più spregiudicati.  Consulente del senatore Joseph McCarthy, durante il “terrore rosso” degli anni ‘50 Cohn ebbe un grande ascendente su di lui; insieme inaugurarono l’era della politica americana paranoica, fatta di tattiche intimidatorie, retorica divisiva, aggressività contro le minoranze vulnerabili, metodi che oggi purtroppo riemergono con forza, tanto che il documentario su di lui a firma Matt Tyrnauer, presentato nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma, fa un parallelo tra i modi bellicosi e rozzi di Roy Cohn con lo stile dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

Il titolo “Where’s My Roy Cohn?” è la domanda che si fece Donald Trump quando iniziarono le indagini sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016. Gli mancava uno come Roy Cohn, suo ex consigliere, avvocato personale, interprete al meglio delle arti bieche della politica del secolo ventesimo, scomparso dalla scena perché morto di AIDS. Roy Cohn era stato un personaggio così precipuo da entrare, interpretato da Al Pacino, in una miniserie TV del 2003 tratta dall’opera teatrale di Tony Kushner “Angels in America- Fantasia gay su temi nazionali”.

Infatti, benché omosessuale, Roy Cohn non lo dichiarò mai e anzi aiutò Mc Carthy e l’FBI di J. Edgar Hoover a distruggere altri omosessuali. Da assistente di McCarthy contribuì alla linea del senatore secondo cui molti gay fossero spie comuniste, cosa che portò Eisenhower nel 1953 a un ordine esecutivo che vietava di avere impiegati gay nelle istituzioni federali.

Il documentario di Matt Tyrnauer, adrenalinico come un thriller, ricostruisce attraverso testimonianze, anche di chi fu vicino al protagonista, le origini dell’ascesa della destra, rivelando per la prima volta come uno scaltro e neppure tanto equilibrato manipolatore come Roy Cohn abbia contribuito a plasmare l’attuale situazione americana forgiando personalità attraverso un preciso modello comportamentale: la sua scalata sociale avvenne difendendo, con menzogne e trucchi (oggi diremmo fake news) ricchi, potenti, boss mafiosi, politici corrotti ed esponenti di estrema destra.

“La mia speranza – dice il regista – è di accendere il fuoco del riconoscimento culturale; il film ha l’intento di spiegare e motivare la gente ad agire subito e a rifiutare gli istinti più oscuri della psiche americana prima che ci annientino”.

Where’s My Roy Cohn? di Matt Tyrnauer

Interpreti Roger Stone, Ken Auletta, Liz Smith, Anne Roiphe, David Cay

Montaggio  Andrea Lewis, Tom Maroney

Musica Lorne Balfe

Produttore  Matt Tyrnauer, Corey Reeser, Marie Brenner, Joyce Deep, Andrea Lewis

Co-produttore Blaine Vess, Andrew Tobias, Randy Fertel, Jamie Wolf, Graham High, Alison Schnapp, Micah Baskir

Produzione Altimeter Films

Co-produzione  Concordia Studio, Wavelength Productions