Azione in solidarietà al Popolo Kurdo al Gate della Turkish Airlines

Potere al Popolo!  ha preso parte all’azione dimostrativa organizzata all’aeroporto di Capodichino da comitati, collettivi e attivisti napoletani  in solidarietà con il popolo kurdo, contro l’invasione e i bombardamenti portati avanti dal governo turco di Erdogan. Gli attivisti hanno bloccato la partenza del volo per Istanbul della Turkish Airlines occupando il Gate dell’aeroporto di Capodichino e causando un ritardo di più di 20 minuti.

Queste le richieste degli attivisti e delle attiviste al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio:

• Fermare subito l’export di armi ad Ankara, nel rispetto dell’articolo 6 della legge 185 del 1990 che afferma il divieto di commercio di armi “verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani”. Dal 2013 (11mln di euro) a oggi c’è stato un incredibile balzo in avanti delle esportazioni di armi alla Turchia, in maniera inversamente proporzionale ai rapporti indipendenti che hanno denunciato l’inasprimento di un regime autoritario e irrispettoso dei più elementari diritti delle popolazioni dentro e fuori i confini turchi. Secondo la “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” (2018) della Camera dei Deputati, l’anno scorso abbiamo venduto armamenti per un valore di 362,3mln di euro (70 autorizzazioni), il che fa della Turchia il maggior beneficiario di armi italiane all’interno della NATO e il terzo su scala globale; allo stesso tempo, l’Italia risulta per Ankara il quarto paese per import di armi. In prima fila c’è la Leonardo, azienda il cui maggior azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sia per la fornitura di elicotteri che di sistemi satellitari. L’Italia deve fare ciò che ieri ha fatto la Finlandia: fermare immediatamente l’export di armi;
• Sospendere il programma relativo a F-35 Joint Strike Fighter, ad oggi in cooperazione con diversi paesi tra cui la Turchia, per lo “sviluppo, industrializzazione e supporto alla produzione di un velivolo multiruolo di quinta generazione in sostituzione degli aeromobili attualmente in servizio”, per una spesa prevista di 690mln di euro per il 2019 e di 859mln di euro per il 2020 (è prevista poi una fase 2 con avvio nel 2021) – vedi “Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2019-2021”;
• Ritirare il contingente di 130 unità che opera in Turchia sotto l’ombrello della NATO, nell’ambito dell’operazione “Sagitta”, una missione “di difesa anti-missile a favore della Turchia” – vedi “Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2019-2021”. Alleanze come la NATO dimostrano una volta di più di servire solo gli interessi di dominio dei suoi membri, soprattutto quelli più forti.
• Lunedì 14 ottobre, all’incontro dei Ministri degli Esteri dell’UE, rivendicare la fine del programma di aiuti finanziari UE alla Turchia, che ha il solo obiettivo di tenere i migranti siriani lontani dai nostri occhi ed è un’arma di ricatto che Erdogan non ha alcuno scrupolo a utilizzare per avere più spazio di manovra;
• Congelare la cooperazione tra servizi segreti italiani e turchi, come richiesto anche da deputati del Labour Party nel Regno Unito: sarebbe imperdonabile offrire ai turchi informazioni che li agevolerebbero nel genocidio delle popolazioni siriane;
• Imporre sanzioni diplomatiche ai governanti di Ankara, Erdogan in primis, come già richiesto in maniera bipartisan dai senatori statunitensi Lindsey Graham e Chris Van Hollen.

Queste le misure da applicare immediatamente. Il rifiuto morale dell’aggressione turca è assolutamente privo di forza e non basterà sfortunatamente a bloccare l’offensiva. Servono fatti, non parole. L’Italia deve adottare una diplomazia di pace attiva, contribuendo alla giustizia e alla pace tra i popoli.

Sabato alle ore 16:00 ci sarà il Presidio di Solidarietà al popolo kurdo a Largo Berlinguer, Napolihttps://www.facebook.com/events/380827082829625/