Sarà uno dei grandi eventi di questa estate balcanica e potrà essere un vero e proprio catalizzatore, insieme, di gioventù e di memoria, con i suoi riverberi anni Ottanta, con le sue sonorità miste rock e punk e con la politica dell’ingresso libero e di una partecipazione che si annuncia significativa.

Come hanno riferito gli organizzatori, del resto, «non ha alcun valore una band che non si esibisca su questo palcoscenico». Il palcoscenico è quello dello “Ex YU Rock Fest”, il festival del rock e del pop della ex Jugoslavia, giunto quest’anno alla sua undicesima edizione, che si svolgerà per l’intero fine settimana di sabato 10 e domenica 11 agosto nella centrale e simbolica Trg Neolita (Piazza Neolitico) a Starčevo, molto vicina a Pančevo, poco distante da Belgrado, in una zona davvero calda della regione, a cavallo tra le suggestioni neo-classiche e Art Nouveau della Vojvodina, i ritmi lenti e gli sterminati panorami rurali del Banato e le prime suggestioni e trambusti della Serbia Centrale.

Il programma non ha nulla da invidiare ai palinsesti di altre, ben più famose o ben più quotate kermesse musicali, alternando sul palcoscenico “neolitico” di Starčevo, band del calibro dei “Vesele ‘80” (“Felici Ottanta”) di Kragujevac e “Nervozni Poštar” (“Postino Nervoso”) di Sarajevo, la sera del sabato, e dei “Sindrom” (Sidrome) di Pančevo e Yu Grupa (Yu Group) di Belgrado, la notte della domenica. Si tratta di nomi, soprattutto i secondi due, quelli dei “Nervozni Poštar” e degli Yu Grupa, che hanno fatto, con altri, letteralmente la storia di quella stagione felice della creatività jugoslava, che fu l’esplosione del primitivismo, del surrealismo e del rock e del punk, che attraversò in lungo e in largo, nel corso del decennio, le sei repubbliche dell’allora Jugoslavia.

Tre ore, ciascuna serata, di musica e divertimento, ma anche di memoria e forse di nostalgia: quando è stata intervistata dalla stampa, nei giorni precedenti la rassegna, la band del “Postino Nervoso” non ha avuto esitazioni nel dichiarare che si sarebbe trattato di un’esibizione nello stile di una specie di «macchina del tempo» (la «Time Machine»), una buona occasione per ripercorrere un paio di decenni di carriera, dai primi album sino ai pezzi più recenti. Si tratta, d’altro canto, di una stagione significativa, sia dal punto di vista storico e politico, laddove si pongono le premesse della drammatica trasfigurazione del socialismo jugoslavo e della disgregazione della federazione degli Slavi del Sud, sia sotto il profilo artistico e culturale, nella storia della Jugoslavia. Pensiamo, ad esempio, a ciò che rappresentarono nel contesto artisti antesignani come gli Zabranjeno Pušenje.

Con il loro primo singolo, datato 1981, autentico capolavoro, di electro – garage con suggestioni punk e minimal, “Penzioneri na more idu zimi” («I pensionati vanno in vacanza d’inverno»), già si discostano dall’allora prevalente rock, misto di influenze new wave, che cominciavano ad entrare attraverso le frontiere aperte della Jugoslavia socialista, creando sin da subito un suono garage – rock con profonde tessiture punk, spesso con produzioni innovative e narrazioni complesse, a volte con premonizioni, anche oscure, della catastrofe sociale e della guerra incombente, con una critica, generalmente ironica e velata, di tipo sociale e indiretta, legata alle vicende del costume più che a quelle della politica, e la loro abitudine di narrare temi considerati sensibili o delicati dal potere.

Questa scena rock-punk fu così capace di giocare un ruolo «social – surreale» in una specie di pantomima real-surrealista entro la quale sono stati in grado di escogitare una vera e propria galleria di sorprese ed intuizioni (basti pensare alla striscia televisiva della “Top Lista Nadrealista”). E continua a esercitare un ruolo memoriale davvero significativo, spesso svolto in connessione con un intricato reticolo di simboli ed allusioni. Non a caso questa undicesima edizione dello “Ex YU Rock Fest” avrà come sfondo la città di Starčevo, uno dei nuclei fondativi di quelle antiche culture pre-slave (Starčevo e Vinča) che sono alle origini della “lunga durata” storico-culturale dell’area.