Il procuratore di Agrigento parla davanti alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera sul dl sicurezza bis. E avverte: “I porti libici non sono sicuri”.

Fino ad oggi, non è stato provato nessun accordo tra i trafficanti di migranti e le Ong che poi li soccorrono in mare. Lo dice oggi, parlando alla Camera davanti alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio. Il magistrato, che interviene per parlare del dl sicurezza bis, si dice contento dell’intento di lotta ai trafficanti di esseri umani, ma non nasconde i suoi dubbi sull’introduzione di un illecito amministrativo da contestare a chi soccorre i migranti in mare. E spiega perché: per contestare il salvataggio come illecito amminstrativo, servirebbe la prova di un accordo a monte tra le Ong e gli scafisti. Accordo che- aggiunge- “fino a oggi non è stato provato per quanto mi riguarda”.

Ecco il suo ragionamento per esteso: “Laddove il decreto vuole inasprire e rendere più efficaci le indagini contro i trafficanti di esseri umani sono assolutamente condivisibili- dice Patronaggio-. Viceversa, criticità devo registrare in ordine all’introduzione dell’illecito amministrativo”. Appare chiaro, prosegue, “che l’illecito amministrativo è stato introdotto per fronteggiare l’attività di salvataggio delle Ong. Prima dell’introduzione di tale norma, l’attività di salvataggio delle Ong e di recupero degli immigrati erano del tutto lecite e in perfetta linea con il diritto del mare e con le convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia”.

“L’attività delle Ong- ha spiegato- secondo la giurisprudenza di merito formatasi davanti ai tribunali di Trapani, Catania, Agrigento e Siracusa, ha messo in risalto ai fini penali che l’attività delle Ong può considerarsi illecita ove si provi – e ciò per quanto mi riguarda non è stato fino al momento provato-, e ciò per quanto mi riguarda non è stato fino al momento provato, che vi sia un preventivo accordo tra i trafficanti di esseri umani e le Ong“.

“Tale accordo preventivo- ha proseguito- non deve per altro essere limitato ad un semplice contatto. Per banalizzare, una telefonata del tipo ‘vi è una imbarcazione in pericolo, intervenite’. Ma deve essere un contatto rafforzato, che abbia un contenuto particolare del tipo ‘li stiamo facendo partire avvicinatevi e prelevateli’. Si pensi poi che un barcone che porta in mare un numero esorbitante di passeggeri senza dotazioni minime sicurezza, senza acqua e cibo sufficiente, è stato sempre costantemente considerato evento Sar dalla Guardia costiera”.

“PORTI LIBICI NON SONO DA CONSIDERARE SICURI”

“I porti libici non sono da considerare porti sicuri. Quando si parla di porti sicuri non si intende soltanto un porto dove il naufrago può  mettere piede sulla terraferma, ma un porto dove il migrante possa avere garantiti tutti i diritti fondamentali della persona”. Lo ha detto Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento, audito dalle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera sul dl sicurezza bis.

LA ‘BEFFA’ DI SEA WATCH:” “MENTRE SI AGITAVA IL CASO, IN 200 SBARCAVANO IN SILENZIO”

“Nel primo semestre del 2019 abbiamo soltanto 49 sbarchi e 1084 immigrati. Per cui il rapporto dal 2017 al 2019 e calato da 11.159 immigrati a 1084. Di tali sbarchi quelli riferibili alle Ong sono una porzione minore e per quanto riguarda l’anno 2019 addirittura statisticamente insignificanti”. Lo ha detto Luigi Patronaggio, Procuratore del Tribunale di Agrigento, in audizione nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera. “Mentre si agitava il caso della Sea Watch 3, con 53 persone salvate al largo delle coste libiche- ha aggiunto- negli stessi giorni arrivavano in silenzio, senza particolare risalto, oltre 200 immigrati con vari mezzi. Barchini su Lampedusa, sulla costa agrigentina, salvataggi di Guardia di finanza o Guardia costiera”.

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