Calata la sera del 26 luglio un utente di Twitter, Giulia Selvaggi, ha scritto: “Oggi è stata una delle peggiori pagine di Twitter, specchio della società. Tutti contro tutti a farci la guerra sulla nazionalità di chi ha ucciso un carabiniere. Come se il problema fosse questo, non la vita che si perde. Si è perso il senso di tutto. Della vita, delle persone“.

Per oltre 10 ore, i social si erano riempiti di odio e rancore, replicando l’ormai nota formula della “variabile dell’assassino”.

Persa di vista la vita brutalmente perduta di un funzionario dello stato, il carabiniere Mario Cerciello Rega – descritto da tutti come una persona di straordinaria umanità – orde di utenti aizzate da rappresentanti del governo e da esponenti della destra fascista hanno iniziato a scaricare odio sul “gruppo” cui, per origine etnica, sarebbero appartenuti i presunti assassini: i “clandestini” e per osmosi, quelli che “li avevano fatti entrare” e che “li avevano portati in Italia

Nelle poche pause tra la diffusione incontrollata di foto e notizie false, la frenesia dell’odiatore (e, va detto, dell’odiatrice), trovava anche il tempo per formulare l’augurio di “buon appetito ai pesci” del Mediterraneo che si sarebbero ampiamente saziati dei corpi di oltre un centinaio di migranti naufragati.

La Task force creata da Amnesty International Italia per contrastare l’odio online ha dedicato per ore tutte le sue forze a tentare di riportare la discussione sul terreno dei fatti.

Ma la guerra è proseguita anche dopo la confessione delle due persone fermate perché sospettate di essere in qualche modo coinvolte nell’assassinio di Mario Cerciello Rega. Extracomunitari, sì: ma statunitensi, e per di più bianchi; entrati in Italia, sì: ma con un aereo e regolare passaporto.

C’è chi ha persino tirato un sospiro di sollievo perché non erano immigrati, senza accorgersi che questa reazione lo ha fatto diventare uguale agli altri. Opposto ma uguale.

Sullo sfondo, sempre e solo sullo sfondo, la vita del carabiniere ucciso. Così come molte altre volte, sullo sfondo sono rimaste le donne uccise. Vittime, lui e loro, della variabile dell’assassino.

Non importa chi è morto, importa chi lo ha ammazzato. Con la variabile dell’assassino abbiamo toccato il fondo.