“La proposta di emendamento al decreto sicurezza bis, presentato dalla Lega, è un vero e proprio obbrobrio giuridico”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, in riferimento alla proposta di abrogare la parte dell’articolo 146 del codice penale che include le donne incinte e le madri di bambini di età inferiore a un anno tra i soggetti per i quali è previsto il rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena.

“Le leggi si basano su principi che non si possono andare a modificare per puro spirito propagandistico, ancor di più quando riguardano solo una specifica fetta di popolazione, in questo caso le donne Rom – prosegue Gonnella. Posto che i leghisti non possono (almeno fino a quando resiste lo stato costituzionale di diritto) scrivere che solo le donne rom, qualora incinte, devono restare in galera, mentre le altre possono uscire, allora hanno proposto che tutte stiano dentro. Alla faccia della cultura della famiglia, del rispetto dei bimbi che nasceranno, dei rischi per la salute. Permettere il differimento della pena alle donne incinte non è un favore, ma il riconoscimento di un diritto: quello alla maternità e quello alla salute, della donna incinta e del futuro nascituro. La gestione della sanità in carcere è complessa e in molti casi presenta gravi criticità anche dinanzi a problemi di salute che all’esterno sono trattati in maniera routinaria. Come si può pensare che si possa garantire una maternità sicura all’interno di un istituto di pena?”.

“Questo emendamento inoltre – prosegue il Presidente di Antigone – sottolinea come al decreto sicurezza bis manchino quei caratteri di necessità e urgenza che la Costituzione determina per l’adozione di questi provvedimenti. E’ il momento che tutti si oppongano in Parlamento. L’emendamento è palesemente in contrasto agli articoli 27 e 32 della Costituzione. E’ obbrobrioso – conclude Gonnella – e ci fa andare indietro rispetto ai regolamenti del regime fascista”.