Amnesty International Italia accoglie con sollievo la notizia che lo sbarco della Sea Watch 3 si sia concluso e che le 42 persone migranti soccorse abbiano potuto raggiungere finalmente un porto sicuro a Lampedusa.

Sosteniamo la decisione presa dalla Capitana Carola Rackete di anteporre la vita e la sicurezza delle persone salvate, come previsto da più fonti di diritto internazionale ratificate dall’Italia, al divieto di attracco imposto dal nostro Governo. Seguiremo direttamente la vicenda processuale che la vede coinvolta, considerando Carola Rackete per questo suo gesto una difensora dei diritti umani, e agiremo di conseguenza in sua difesa.

Ricordiamo che l’Italia, avendo ratificato, tra le altre, la Convenzione sui rifugiati, agisce illegittimamente nel momento in cui attua quelli che in tutta evidenza sono dei tentativi di respingimento collettivo.

Siamo preoccupati per il perseverare dell’atteggiamento del Governo italiano che, senza soluzione di continuità e a prescindere dal colore politico, attua dal 2017 una sistematica criminalizzazione dell’operato della società civile, senza attuare alcun serio tentativo, a livello europeo, di creazione di canali legali per la migrazione né di assumendosi, insieme con l’Unione Europea, la responsabilità di garantire un sistema di soccorso efficace. Il continuo richiamo al salvataggio garantito dalle autorità libiche è un ulteriore elemento critico, dal momento che nessun porto libico può essere definito sicuro.

Esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti della Capitana anche per gli attacchi subiti da rappresentanti delle nostre istituzioni, che hanno contribuito a generare, in rete e non solo, un clima d’odio nei confronti della sua persona.

Confidiamo, infine, che ai migranti sbarcati nelle ultime ore vengano garantite le immediate e adeguate misure di accoglienza
e invitiamo le istituzioni italiane ed europee a rivedere le loro politiche in materia di ricerca e soccorso in mare, nonché di accoglienza e
ridistribuzione dei migranti.