Nello Governato, prima calciatore in serie A e B e poi dirigente sportivo di alto livello, racconta l’epopea di Matthias Sindelar, uno dei più grandi giocatori di sempre, capitano e stella indiscussa dell’Austria Vienna e del “Wonderteam”, la nazionale austriaca degli anni ’30, periodo in cui si affermano le dittature che avrebbero condotto alla sciagura della seconda guerra mondiale.

Nel marzo 1938 l’Austria viene annessa alla Germania. Per il 12 aprile i Nazisti organizzano una partita amichevole di altissimo valore simbolico, l’ultimo confronto tra le due nazionali che dovranno confuire in una sola squadra tedesca, il cui obiettivo è vincere i Mondiali di Francia del giugno 1938.

L’Austria vince 2-0 con un gol di Sindelar ed uno di Sesta, gli unici due che, alla fine della partita, si rifiutano di alzare il braccio nel saluto nazista, obbligo di tutti i calciatori al centro del campo. I nazisti sono furiosi.

Sindelar rifiuta di giocare nella nazionale della Germania, che viene eliminata al primo turno dei Mondiali di Francia.

A complicare ulteriormente le cose per Matthias sono la sua relazione con Camilla Castagnola, insegnante ebrea italiana e la grande amicizia, mai rinnegata, che lo lega al presidente dell’Austria Vienna, Michl Schwarz, anche lui ebreo. Piuttosto rapidamente, Matthias viene relegato ai margini della vita sportiva del paese.

La  sorte della coppia è segnata: il 23 gennaio 1939 i loro corpi senza vita vengono ritrovati dalla Gestapo nell’appartamento a Vienna. Ufficialmente, per un guasto alla stufa a gas. Voci di corridoio sostengono la tesi del suicidio, per i più “sono stati suicidati” dai nazisti.

Al suo funerale presenziarono più di 40.000 persone.

La bellezza del libro sta nell’affresco della determinazione di un uomo semplice, quale in fondo era Sindelar (figlio di una lavandaia e di un muratore, caduto durante la prima guerra mondiale), le cui simpatie socialiste non sono state mai veramente provate, nel rispettare le proprie idee, nell’onorare i propri amici e le persone care, a costo della propria sicurezza personale.

Molti preferirono accettare la violenza delle leggi antisemite e l’aggressivo inquadramento militarista della società ad opera delle strutture del partito nazista.

Matthias Sindelar aveva tutto da perdere nello schierarsi contro il nazismo ma dimostro, con il proprio esempio di vita e senza proclami altisonanti, che prima di tutto viene un uomo, la cui coerenza ed integrità determinano il vero valore del campione sportivo: la propria umanità.

Un insegnamento fondamentale per le generazioni di oggi, che vedono diminuire drammaticamente le figure positive di riferimento, gli “eroi” del calibro di Matthias Sindelar.

Fortunatamente, il calcio è popolato anche da persone nobili che hanno dato alti esempi difendendo ideali di umanità, disobbedendo a regimi, diktat e imposizioni violente: basti pensare, tra gli altri, ai calciatori partigiani italiani della seconda guerra mondiale, al Barcellona repubblicano ed antifranchista, ai calciatori che nel 1978 rifiutarono di giocare i mondiali in Argentina per non legittimare il regime del generale Videla.

Racconteremo, pian piano, le storie dei calciatori disubbidienti.

E’ un libro di 211 pagine, pubblicato nel 2007 da Mondadori

ISBN-10: 8804562064 – ISBN-13: 978-8804562061