Nonostante il tempo freddo e piovoso domenica 5 maggio i chiostri, le sale e l’auditorium della Società Umanitaria di Milano si sono riempiti di una folla di un migliaio di persone di tutte le età, a partire dai bambini piccoli, di banchetti di associazioni, di radio web, di mostre, musica e spettacoli teatrali per l’evento “E tu da che parte stai? Umanità vs Indifferenza”.
L’intento è chiaro fin dall’inizio: reagire al clima violento e ostile che si respira in Italia rispondendo all’urgenza di costruire una rete per un futuro diverso da quello che si sta evidenziando e mettendo al centro le relazioni. I bambini e i ragazzi sono una sorta di bene comune, come l’acqua e dobbiamo occuparcene tutti, non solo i genitori e gli educatori. Empatia, nonviolenza, accoglienza, relazioni sono solo alcune parti di una mappa che conduce al tema centrale della felicità delle future generazioni. Obiettivo, creare un manifesto che ponga le basi di un movimento capace di sviluppare umanità e non indifferenza. Un movimento, come spiega il maestro elementare e consigliere comunale Paolo Limonta, che insieme ad Antonella Meiani ha proposto l’incontro a singoli cittadini e associazioni attive nel campo educativo e sociale, paragonabile a un fiume fatto di tanti torrenti e rivoli che in tutta Italia parlano ogni giorno la lingua dell’umanità contrapposta a quella dell’indifferenza, dell’odio e del rancore.
Sulle sedie i partecipanti trovano un foglietto con la domanda: “Che cosa secondo te non deve mancare nel manifesto condiviso?” e vengono invitati ad annotare le loro proposte, per poi appendere man mano i foglietti a fili tesi nei chiostri.
Il programma è ricchissimo, con tavole rotonde, conferenze e laboratori in contemporanea, stile forum, divisi in dieci aree tematiche ed è quindi impossibile dare conto di tutto quello che succede nel corso della giornata. E proprio questa è la forza e l’interesse dell’evento: fin dall’inizio emerge un mondo in fermento, sconosciuto a chi non è coinvolto direttamente nel campo della scuola e dell’educazione, pieno di proposte, sperimentazioni, concetti e progetti innovativi. E perfino, alla fine della mattinata, un momento esperienziale di danza e contatto con il corpo.
Si inizia con il Programma Mentore della Società Umanitaria, che abbina un cittadino competente a un minore in difficoltà. L’intervista a Cesare Moreno, fondatore dei “Maestri di strada “ che nelle periferie di Napoli combattono la dispersione scolastica, scalda poi la platea con sagge parole di reciprocità, solidarietà e cura dell’altro. Si passa quindi all”elogio” del litigio fatto dal pedagogista Daniele Novara, superando la logica del “chi è stato a cominciare?”, della colpevolizzazione dei bambini, della punizione e dell’intervento dell’adulto per favorire invece il dialogo, l’auto-regolazione e l’accordo creato dai bambini stessi e alla rete ED.UMA.NA (Educazione Umanista alla Nonviolenza Attiva), che punta alla grammatica della relazione generativa e alla nonviolenza come pratica quotidiana per tutti, a partire dalla scuola.
Si parla anche di superamento degli stereotipi di genere e di prevenzione della violenza, di “allenamento dell’intelligenza emotiva”, di inclusione scoprendo culture diverse, di accettazione e convivenza attraverso letture e filastrocche, di migranti e frontiere, di disturbi dell’apprendimento e del ruolo della scuola nella comunità/territorio. E poi l’assemblea dei bambini, la discussione del “Caffè delle parole importanti”, il “Guerrilla gardening” con le bombe di semi create insieme ai bambini, da lanciare negli spazi verdi della città, l’affollatissimo concerto dell’orchestra multietnica Golfo Mistico che diventa strumento educativo, di riabilitazione e integrazione e il commovente spettacolo “Errare humanum est”, con i ragazzi del carcere minorile Beccaria, in cui il teatro e l’hip hop diventano un ponte tra mondi e tempi diversi.
L’assemblea dei bambini – Foto di Stefano G. Pavesi e Sarah Wiedmann
Le parole raccolte alla fine, punto di partenza del manifesto, rispecchiano lo spirito dell’evento: accoglienza, ascolto, relazioni, reciprocità, dialogo, connessione con se stessi, rispetto, convivenza, comunità, condivisione, felicità… In sintesi, una sensibilità opposta all’odio, all’intolleranza e al rancore di questo momento, che fa ben sperare per i prossimi passi.