Dal 27 di febbraio in Colombia 150 uomini armati appartenenti a un gruppo armato non identificato, presumibilmente paramilitari, tengono sequestrata una comunità indigena intera. I fatti stanno avvenendo nel municipio di Riosucio, regione del Choco, costa pacifica.
La comunità ha chiesto l’aiuto della forza pubblica militare, ma l’esercito ancora non è intervenuto.

I fatti costituiscono una fragrante violazione del Diritto Umanitario, che è un diritto di guerra in quanto costituisce una palese violazione dei Diritti Umani della comunità indigena. Secondo il Diritto Umanitario infatti le parti belligeranti devono evitare di attaccare o nuocere a obiettivi civili. Ma il neo presidente della Colombia Duque, come i predecessori Santos e Uribe si ostinano a negare che la Colombia sia un paese in guerra.

Ciò nonostante i recenti attacchi della guerriglia dell’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) contro l’infrastruttura petrolifera del paese e nonostante nel paese continui a operare la cosidetta “dissidencia” delle più note FARC – Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane: alcuni fronti delle FARC infatti, si sono rifiutati di partecipare al processo di pace tra FARC e Governo Santos. Processo che ha avuto luogo a Cuba sotto l’egida internazionale. Per questo processo di pace conclusosi con relativo successo Santos ha infatti ottenuto il plauso della comunità internazionale e il Nobel per la Pace.

Ma nel paese gli omicidi selettivi di attivisti sociali continuano imperterriti: nonostante le FARC abbiano riconsegnato più di 14000 armi in container sotto la supervisione dell’ONU. Le FARC hanno dunque fondato un partito politico cambiando il proprio nome in Forze Alternative Rivoluzionarie Colombiane.

La storia si ripete e il sicariato paramilitare si abbatte con ferocia contro gli ex combattenti della FARC e contro semplici simpatizanti. Ci si riferisce a quello che è passato alla storia come Genocidio della Uniòn Patriotica: nel 1986 dopo alcuni negoziati di pace tra FARC e il governo di Betancur, passati alla storia come Acuerdos de la Uribe . Dopo tali accordi moltissimi membri delle FARC uscirono dalla clandestinità y si re incorporarono alla vita civile presentandosi alle elezioni come Partito de della UP – Union Patriotica. Partito che ebbe un successo enorme e che venne quasi sterminato a colpi di sicariato. Due candidati presidenziali, gli avvocati Jaime Pardo Leal y Bernardo Jaramillo Ossa, 5 parlamentari in carica (Leonardo Posada, Pedro Jiménez, Octavio Vargas, Pedro Valencia, Manuel Cepeda), 11 deputadi, 109 consiglieri vari ex consiglieri, 8 sindaci in esercizio, 8 ex sindaci e circa 3000 dei suoi militanti e simpatizzanti (altre fonti assicurano che sono stati circa 5000) sono stati assassinati per mano di gruppi paramilitari, membri delle forze di sicurezza dello Stato (Esercito, Polizía segreta, intelligence, Polizia regolare e narcotrafficanti).

Infatti non è più un mistero né un segreto che già esista un piano all’interno di settori delle FARC per rifondare la storica guerriglia, la più antica del mondo. Piano che viene osteggiato apertamente dal Segretariato delle FARC rifugiato a Cuba e che in più riprese ha dichiarato ufficialmente mediante portavoce che “non si vuole ritornare alla lotta armata e riprendere le armi”.

Intanto nel Chocò a Riosucio. Un lìder della comunità è riuscito a eludere il confinamento di massa imposto dal gruppo armato illegale e ha denunciato all’opinione pubblica i fatti che stavano avvenendo ai danni della remota comunità indigena che conta 45 famiglie e circa 226 persone. “Siamo sicuri che dopo questa denuncia le angherie contro la comunità saranno peggiori”, ha dichiarato il rappresentante della comunità in un comunicato dell’associazione indigena Orewa.

Secondo la organizzazione Tierra y Vida di Riosucio – Choco, “il passato 13 di gennaio, due sconosciuti hanno fatto irruzione nella casa di Pedro Moreno, di 20 años, nel quartiere El Centro e hanno esploso 5 colpi di arma da fuoro, provocandone la morte. Questa stessa notte, in un caso separato, Yuber Córdoba, di 20 anni, è stato freddato con una arma da fuoco mentre si trovava nel porto del quartiere Escolar. (sempre nel comune di Riosucio ndr)”.
“Le comunità di Riosucio, nel Chocó, insieme alle organizzazioni sociali, chiedono allo Stato colombiano maggiore protezione date le costanti azioni di gruppi armati illegali che operano nella regione del Basso Atrato, visto l’assassinio dei due giovani e le costanti minacce dovute alla presenza permanente di strutture armate paramilitari”.