Al via oggi un’indagine sulle devastazioni causate degli sversamenti di petrolio causati dalle multinazionali petrolifere nella regione del Delta del Niger.

La Commissione petrolifera e ambientale dello Stato di Bayelsa ha annunciato che fino a venerdì visiterà i siti estrattivi per raccogliere testimonianze dei residenti delle zone colpite dall’inquinamento causato dal greggio. L’impegno sarebbe pubblicare un rapporto dei risultati entro fine anno formulando raccomandazioni che definiscano un nuovo quadro giuridico che garantisca la responsabilità per le compagnie petrolifere.

“Le compagnie petrolifere devono accettare uno standard globale di comportamento, conducendo le loro operazioni nel Bayelsa come farebbero in Norvegia, in Scozia o negli Stati Uniti” ha evidenziato la Commissione in una nota. A guidare l’inchiesta sarà l’arcivescovo britannico di York, John Sentamu. Tra le aziende che operano nel Delta del Niger, nel sud della Nigeria, figurano Royal Dutch Shell, Chevron, Exxon Mobil, Eni e Total.

Secondo un rapporto del 2011 del programma delle Nazioni Unite sull’inquinamento causato dal petrolio nell’Ogoniland, nello Stato di Rivers, i suoli e le acque della comunità sono stati contaminati così tanto che saranno necessari fino a 30 anni per ripristinare gli ecosistemi. Gli sversamenti di greggio nell’area del Delta sono stimati ogni anno in circa 40 milioni di litri.

 

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