Considerazioni sulla serata dell’11 gennaio 2019 alla Colonia Elioterapica di Germignaga su immigrazione e accoglienza nell’Alto Verbano

Dopo mesi di lavoro di più di venti associazioni del territorio,  Venerdì 11 gennaio si è tenuta alla Colonia Elioterapica di Germignaga la serata intitolata “L’Europa ha un cuore? Immigrazione ed accoglienza nell’Alto Verbano”. Obiettivo dichiarato era il mettere in relazione e far conoscere quanto viene fatto nel territorio e verificare la possibilità di creare una rete, ovvero una Comunità Attiva ed Operosa che sappia sempre più trovare un agire collettivo basato sulla fiducia nelle relazioni e sui processi di condivisione.

Iniziamo col dire che è stata una serata emozionante, in cui il canto e le musiche del coro Liberevoci hanno subito creato un clima di armonia e di partecipazione che ha unito tutti intorno ai quattordici relatori.

Prima relatrice della serata è stata una bravissima Daniela Padoan, scrittrice e giornalista, che ha saputo raccontarci come l’Europa sul problema dell’immigrazione abbia svolto un ruolo parziale e poco convinto, che alla fine si è trasformato in assenza, andando persino ad ostacolare progetti italiani sull’aiuto dei naufraghi in mare, fondati sul rispetto del diritto umanitario. Tutto ciò ha creato le condizioni per cui morire in mare fosse una possibilità, nell’indifferenza totale sulle violenze, torture e stupri nei luoghi di partenza, creando quel clima di ostilità e paura nei confronti dei migranti che oggi stiamo vivendo. Arrivando alla situazione italiana non ha potuto che evidenziare gli aspetti di criticità del Decreto Sicurezza.

Dopo l’introduzione di Daniela Padoan sono iniziati gli interventi dei relatori appartenenti alle diverse associazioni e organizzazioni che hanno affrontato, sotto diversi aspetti, il problema delle migrazioni, partendo da chi direttamente si occupa di accoglienza ed integrazione fino a chi opera nei paesi del Sud del mondo. Abbiamo quindi ascoltato i progetti sugli orti di Agrisol e quelli di integrazione lavorativa dell’Asilo Mariuccia, l’attività quarantennale del GIM in Africa e in America Latina, l’impegno dell’AISU per sviluppare quell’insieme di capacità relazionali e di dialogo che si sono perse nella nostra cultura, la passione e l’umanità della Croce Rossa di Luino nell’aiutare l’altro.

Innovativo e di grande interesse è stato l’intervento degli studenti del Liceo Scientifico “Sereni” di Luino, che nell’ottobre del 2018 sono partiti con la loro docente per un progetto di alternanza scuola-lavoro in una sperduta scuola del Karamoja in Uganda. La loro voglia di conoscere, di capire e di vivere in prima persona i problemi, le sofferenze, le gioie e le culture dei popoli africani è apparsa coinvolgente, così come le tante domande che questa esperienza pone alla nostra cultura così diversa nel concepire il tempo, l’accoglienza e l’amicizia.

Infine la proposta della Chiesa Valdese sui corridoi umanitari per un sicuro e legale arrivo in Italia e la conclusione del Prevosto di Luino, Don Sergio Zambenetti che, dopo aver illustrato le iniziative per i migranti messe in campo dalle Parrocchie del Decanato, ha invitato tutti a pregare per i governanti, affinché facciano leggi giuste ed umane; qualora le leggi approvate dovessero impedire l’accoglienza di migranti e di chi si rifugia nel nostro paese, i sacerdoti del Decanato si faranno carico di accoglierli presso le loro case, senza aver paura di andare contro una legge che viola il principio umano, cristiano e anche costituzionale di dare rifugio a chi fugge da paesi in guerra e dalla povertà.

Il pubblico è rimasto impressionato nell’ascoltare la vastità di iniziative messe in campo nel nostro territorio e ha capito veramente che, se non l’Europa, almeno nel nostro territorio (che pur appartiene all’Europa) esiste veramente un cuore rappresentato dalle tante persone e realtà che lavorano con i migranti. Il moderatore ha quindi fornito una mappatura dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) che operano nell’Alto Verbano, da Maccagno fino a Caravate; nove CAS che ospitano circa 182 migranti, una percentuale bassissima sul totale della popolazione e sulla vastità territoriale, che ci fa capire come parlare di emergenza sia assolutamente fuori luogo.

Viviamo quindi in un territorio dove associazioni e organizzazioni che condividono valori e visioni comuni svolgono singolarmente un importante lavoro di accoglienza e integrazione, mettendo in pratica quel farsi prossimo all’altro che è la base dell’insegnamento evangelico e creando una sensibilità e un’emotività nella popolazione che è stata percepita da tutti.

Ma tutto ciò comporta un grande impegno nell’operare e nel comunicare quanto si fa, affinché si mettano in atto quei cambiamenti collettivi degli stili di vita necessari per un crescere comune. E da questa considerazione nasce la proposta della serata: se provassimo a mettere in rete tutte le potenzialità presenti nel territorio, unendo le forze, sicuramente emergerebbero tutte quelle sinergie che danno un elevato valore aggiunto alle singole azioni e che fanno in modo che la forza della rete sia di gran lunga superiore alla forza delle singole azioni; ci si sentirebbe parte di una Comunità Attiva e Operosa, in grado di affrontare le sfide del futuro con un agire comune, trasformando i problemi in opportunità di crescita, di condivisione e di pace. Una comunità attiva, in cui le criticità diventano stimoli ed energia necessaria per un percorso comunitario, che viceversa si perderebbe in mille rivoli.

Sulla creazione di una comunità attiva si è aperto, nella parte conclusiva della serata, un dibattito che è iniziato con la presentazione dell’associazione “Laudato si'” da parte di Mario Agostinelli; sono seguiti innumerevoli interventi che hanno rafforzato la necessità, per il nostro territorio, di creare una comunità capace di affrontare non solo il fenomeno dell’immigrazione, ma anche tutte le sfide future con una visione ampia, fiduciosa e condivisa grazie alla forza della rete.

Una Comunità Attiva che sappia anche comunicare i suoi valori, i suoi principi, le iniziative e le proposte che le associazioni portano avanti nel territorio, stringendo alleanze con le istituzioni e con chi condivide gli stessi fini, come ha chiesto il Sindaco di Germignaga Marco Fazio.

Questo è l’impegno assunto dagli organizzatori della serata; nelle prossime settimane inizierà il percorso per la creazione di una comunità attiva, forti dell’entusiasmo, della fiducia e del dinamismo che la serata dell’11 gennaio ci ha donato.