Lo scorso giovedì 25 ottobre, la “Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei contadini e di altre persone che lavorano nelle aree rurali” è stata presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

L’Italia, un pilastro dell’agricoltura europea, ha almeno tre milioni e mezzo di persone che traggono il loro reddito lavorando nei campi. Con un milione di aziende contadine che restano il cuore del sistema agricolo e alimentare del paese, rappresenta un caso emblematico ed unico tra i paesi industrializzati.
Dobbiamo però ricordare che nel lungo processo che ha portato alla presentazione in Assemblea Generale delle Nazioni Unite per approvazione questa nostra dichiarazione la maggior parte dei Paesi europei con diritto di voto ha deciso per l’astensione in sede di Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra, creando un blocco europeo dai molteplici significati; questa astensione è incomprensibile se si considera che si tratta di una Dichiarazione non vincolante e non di un trattato internazionale con obbligo di implementazione.

Qui la lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere il pieno sostegno dell’Italia all’adozione della Dichiarazione durante l’Assemblea generale dell’ONU che si terrà il prossimo dicembre.

“Signor Presidente, tra il 18 e il 20 novembre è previsto il voto nella III Commissione delle Nazioni Unite, e poi in dicembre dell’Assemblea, della Dichiarazione sui diritti dei contadini e di altre persone che lavorano nelle aree rurali.

Le chiediamo il massimo impegno affinché il nostro Paese la sostenga. Sarà un passo importante per il riconoscimento di diritti umani fondamentali, un segno di rispetto per quanti, donne e uomini, pur avendo a disposizione solo aziende di piccole e medie dimensioni fanno della nostra agricoltura una risorsa fondamentale per l’economia, la cultura e la salvaguardia ambientale del nostro paese.

Un terzo dell’umanità che vive e lavora nei campi ma i contadini soffrono fame e povertà in misura maggiore di ogni altro gruppo sociale. Si stima che su 821 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo (cifra FAO/ONU 2018), l’80% viva nelle aree rurali. Queste persone sono particolarmente vulnerabili e discriminate, subiscono espulsioni forzate e mancanza di accesso alle risorse essenziali: terra, sementi, credito, istruzione, giustizia e servizi di base. Tuttavia, i piccoli produttori di alimenti producono almeno il 70% del cibo che nutre il mondo. Questa cifra sale oltre l’80% nei paesi in via di sviluppo. Inoltre, i piccoli produttori di alimenti sono quelli più efficacemente impegnati nella lotta contro il cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità, fondamentale per fronteggiare tale cambiamento.

L’Italia, pilastro dell’agricoltura europea, ha almeno tre milioni e mezzo di persone che traggono il loro reddito lavorando nei campi. Con un milione di aziende contadine che restano il cuore del sistema agricolo e alimentare del paese, rappresenta un caso emblematico ed unico tra i paesi industrializzati. Dobbiamo però ricordare che nel lungo processo che ha portato alla presentazione in Assemblea Generale delle Nazioni Unite per approvazione questa nostra dichiarazione la maggior parte dei Paesi europei si era “astenuta” in sede di Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra.

Ci rivolgiamo a Lei Presidente affinchè in occasione di questo voto il nostro Paese rappresenti come merita il mondo contadino”.

La lettera è firmata da:

Fabrizio Garbarino, responsabile Associazione Rurale Italiana (ARI);

Giulio Iocco, responsabile “Fuorimercato, Autogestione in Movimento”;

Mauro Conti, responsabile Centro Internazionale Crocevia;

Nino Quaranta, responsabile “SOS Rosarno”, “Mani e Terra SCS ONLUS”, “Consorzio Macramè”;

Roberto Schellino, responsabile “Campagna popolare per l’agricoltura contadina”;

Pietro De Marinis, responsabile “Dévelo – Laboratorio di Cooperazione Internazionale”;

Domenico Cosentino, responsabile “SIAMO IMPRESA AGRICOLTURA – FENAPI”;

Antonio Onorati, direttivo “Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC)”;

Christian Cabrera responsabile di Associazione Agricoltura Dalla Terra e Movimento Terra Contadina;

Paolo Pasetto, responsbaile per ‘Associazione Sulle Orne Onlus, Cooperativa Multiforme Onlus e Azienda Sociale Agricola Cascina Albaterra;

Michele Papagna, responsabile di AceA onlus (Associazione Consumi Etici e Alternativi, Beni comuni e Stili di vita);

Andrea Cenacchi, responsabile di Arca Biodinamica;

Roberto Brioschi, per Collettivo Identita’ Contadina;

Fabio Ciconte, responsabile di “Terra!”;

Fabio Taffetani, responsabile per PAN (Pesticide Action Network) Italia, Accademia delle erbe spontanee, Università per la pace (Marche) e Orto botanico Selva di Gallignano (AN);

Vincenzo Vizioli, responsabile di AIAB – Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica;

Alessia Bartolomei, responsabile di Terra Nuova;

Raffaello Zordan, responsabile per “Nigrizia”;

Giovanni Beghini presidente di Terra Viva, Mao Valpiana, responsabile di “Movimento nonviolento”;

Mario Mancini responsabile Progetto Mondo MLAL.

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