Mobilitazioni contro il candidato di estrema destra Jair Bolsonaro si sono svolte il 29 settembre in quasi duecento città brasiliane. Lo slogan delle azioni e delle marce promosse e realizzate fondamentalmente dalle donne era univoco: #EleNão! (Lui no! – N.d.T.)

In ogni angolo del Brasile, nelle grandi città, ma anche nelle città più piccole e persino in quelle lontane dai principali centri urbani, centinaia di migliaia di persone hanno manifestato con fermezza contro l’agenda razzista, misogina, omofoba e antipopolare del deputato ed ex capitano dell’esercito.

Il clamoroso rifiuto del discorso di odio e della militarizzazione del paese è risuonato forte e chiaro. Allo stesso tempo, le enormi masse mobilitate hanno espresso la loro denuncia di un programma economico che consoliderebbe le premesse del colpo di stato che ha bloccato gli investimenti in sanità, istruzione e assistenza sociale, ha realizzato una riforma del lavoro neoliberista e si prepara a forzare una riforma che taglia i diritti alla pensione.

Consapevole del pericolo che ha davanti, la società si è attivata nella chiave della sensibilità femminile, comprendendo che un trionfo del fascismo avrebbe rappresentato la fine della democrazia nel paese e il ritorno a un periodo di violenta tutela militare. A soli otto giorni da un’elezione storica, la mobilitazione marcatamente nonviolenta sembra influenzare in modo decisivo l’esito del primo turno, indebolendo la possibilità di una vittoria del fondamentalismo e aprendo la strada alla prospettiva del ritorno delle forze democratiche al governo.

Il Manifesto del gruppo “Donne unite contro Bolsonaro” e le immagini parlano da sole.

“Manifesto delle donne unite contro Bolsonaro”

Per l’uguaglianza, la libertà, i diritti e una vita senza violenza!

Chi siamo?

Siamo donne, milioni e diverse. Siamo brasiliane e immigrate. Giovani e con i capelli bianchi. Nere, bianche, indigene. Trans e travestiti. Siamo LGBT, amiamo gli uomini, le donne o entrambi. Sposate e single. Madri, figlie, nonne. Siamo operaie, casalinghe, studentesse, artiste, funzionarie pubbliche, piccole imprenditrici, venditrici ambulanti, senzatetto, senza terra. Impiegate e disoccupate. Donne di diverse religioni e senza religione.

Oggi siamo oggi insieme a testa alta per le strade di tutto il Brasile perché un candidato alla presidenza del paese minaccia le nostre conquiste e la nostra già difficile esistenza con un discorso basato sull’odio, l’intolleranza, l’autoritarismo e l’arretratezza. Siamo in strada perché il suo programma politico-economico è una battuta d’arresto, una riproduzione ancora peggiore delle terribili politiche di Temer.

São Paulo, Largo da Batata

#EleNão em São Paulo

Posted by Mídia Ninja on Saturday, 29 September 2018

Chi è Jair Bolsonaro?

Jair Bolsonaro, attualmente del PSL (Partito social-liberale), deputato federale da 27 anni, ha fatto parte di nove partiti. In tutta la sua vita politica sono stati approvati solo due suoi disegni di legge.  Si presenta come qualcosa di “nuovo” ma in realtà è un altro “politico in carriera” che ha lavorato per far eleggere i suoi figli e gode di privilegi come l’immorale assistenza abitativa, mentre migliaia di famiglie non hanno casa e lottano per un posto dignitoso in cui vivere.

Rio de Janeiro, Cinelândia

#AoVivo Aquecimento para o Ato Mulheres contra Bolsonaro na Cinelândia – Rio de Janeiro.

Posted by Mídia Ninja on Saturday, 29 September 2018

 

Perché siamo contro Bolsonaro?

1. Jair Bolsonaro disprezza i neri, gli indigeni, gli omosessuali e tutti coloro che lottano per i diritti delle donne. Considera i quilombolas (discendenti degli schiavi fuggiti, N.d.T.) dei “vagabondi”. Sostiene la cultura dello stupro e definisce “debolezza” la nascita della sua unica figlia. E’ convinto che non ci sia nulla da fare per quanto riguarda il divario retributivo tra uomini e donne. Per lui picchiare i bambini impedisce loro di “diventare” gay. Il suo vice, il generale Mourão, ha dichiarato che le famiglie allevate da madri e nonne producono disadattati.

2. Ha votato a favore del congelamento delle spese sanitarie, educative e di assistenza sociale per vent’ anni. Promette di aumentare le tasse ai poveri e ridurle ai ricchi. Ha già annunciato un’ondata di privatizzazioni, vendendo aziende statali e l’intero patrimonio del popolo brasiliano. È uno degli autori del disegno di legge secondo cui il SUS (il servizio sanitario pubblico, N.d.T.) non è obbligato ad assistere le donne vittime di abusi sessuali. Sostiene il progetto “Scuola senza partito”, che mette fine alla libertà pedagogica e allo sviluppo del pensiero critico in relazione alla società caotica in cui viviamo.

Belo Horizonte

#Aovivo Ato das Mulheres Contra Bolsonaro #EleNão na praça 7, Belo Horizonte, MG

Posted by Mídia Ninja on Saturday, 29 September 2018

 

3. Ha votato a favore della riforma del lavoro e della legge sull’esternalizzazione, che permette alle donne incinte di svolgere lavori non salutari e aumenta la disoccupazione e il lavoro informale, soprattutto tra le donne nere. Ha già detto che “i lavoratori devono scegliere tra avere diritti e avere un lavoro”. E’ stato l’unico deputato a votare contro la PEC (proposta di emendamento costituzionale, N.d.T.) per i lavoratori domestici, che garantiva alle lavoratrici dipendenti diritti fondamentali come la retribuzione degli straordinari e la riscossione del FGTS (Fundo de Garantia do Tempo de Serviço). Si è già impegnato ad approvare la riforma delle pensioni, che aumenta l’età pensionabile e la equipara per uomini e donne.

4. Difende l’approfondimento di un progetto di sicurezza fallito, che risponde alla violenza con maggiore violenza e militarizzazione. Questo progetto è stato realizzato per molti anni in Brasile, in particolare a Rio de Janeiro, la città dove più civili e poliziotti muoiono negli scontri e dove Marielle Franco e Anderson sono stati giustiziati più di 6 mesi fa, un crimine  ancora irrisolto. Difende la liberalizzazione del porto d’armi, seguendo il modello degli Stati Uniti, paese che ha il più alto tasso di omicidi e suicidi, soprattutto tra i giovani.

Brasilia

Ato #EleNão em Brasília com 10 mil mulheres ocupando as ruas!

Posted by Mídia Ninja on Saturday, 29 September 2018

 

5. Il suo candidato a vicepresidente è un generale che difende la presa del potere da parte delle Forze Armate e l’elaborazione di una nuova Costituzione senza partecipazione popolare. È una formula che mette apertamente a rischio la democrazia!

Jair Bolsonaro è un difensore della dittatura militare, afferma che l’errore dei militari è stato quello di torturare piuttosto che uccidere e non nasconde la sua ammirazione per il più noto torturatore del regime militare del 1964, il generale Ustra.

Non vogliamo la dittatura, il fascismo o l’estensione del massacro poliziesco-militare nelle strade, responsabile del genocidio della gioventù nera. Vogliamo libertà, uguaglianza, giustizia sociale e diritti! Bolsonaro è tutto ciò di cui il Brasile non ha bisogno per superare la crisi e andare avanti.

Sao Luis de Maranhao
Caruarú (PE)
Río Grande do Sul
Juazeiro do Norte (CE)
Manaus (AM)
Porto Velho (RO)
Recife (PE)

Noi donne diverse e unite difendiamo il contrario di ciò che egli sostiene: difendiamo il rispetto delle differenze; il diritto delle donne a vivere in sicurezza e decidere sul proprio corpo; difendiamo la parità di retribuzione tra uomini e donne, tra neri e bianchi; difendiamo le quote per coloro che storicamente hanno subito ingiustizie e sono stati penalizzati; difendiamo i servizi pubblici di qualità per le donne povere e i loro figli.

Difendiamo la più ampia libertà di insegnare e di imparare, senza una legge bavaglio, sia a scuola che all’università.

Noi sosteniamo la libertà di amare e di essere rispettati per questo. Difendiamo il dibattito sulle idee e la democrazia.

Bolsonaro proclama l’odio, noi proclamiamo il rispetto. Difende la morte e la tortura, noi difendiamo la vita.

Ecco perché diciamo: “Né lui né i suoi figli! Bolsonaro mai! No al fascismo”.

 

Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo