Caro Ministro degli Interni,

ascoltando e leggendo le sue parole in materia d’immigrazione a volte ci siamo ritrovati d’accordo con lei.

Lei dice: tagliamo i costi dell’accoglienza ed eliminiamo dal sistema coloro che lucrano sulla pelle degli altri.
Ha ragione! Superiamo l’attuale logica emergenziale che governa il fenomeno migratorio mettendo delle toppe temporanee che spesso derogano alle procedure e alle norme in vigore. Uniformiamo l’accoglienza a un unico sistema strutturale che sia sottoposto a continuo monitoraggio sul rispetto delle convenzioni e dei vincoli di rendicontazione.

Lei dice: riduciamo i tempi di attesa per l’esame delle domande di protezione internazionale.
Magari! Con la nostra attività di osservatorio del sistema di accoglienza milanese abbiamo potuto riscontrare in prima persona quali sono gli effetti di sottoporre le persone a un’attesa così lunga, in un limbo giuridico durante il quale è molto difficile veder rispettati i diritti dei quali si è titolari. In molti casi i centri di accoglienza non sono attrezzati per offrire il giusto supporto psico-sociale a chi ha subito persecuzioni e torture in patria e durante il viaggio, e l’attesa non fa che esacerbare queste situazioni.

Lei dice: riduciamo, anzi addirittura portiamo a zero gli sbarchi.
Super idea! Istituiamo un sistema di visti che permetta a chiunque di viaggiare dal proprio paese di origine ad un altro affrontando un viaggio legale e sicuro. In questo modo potremmo ottenere anche il grande vantaggio di chiudere i porti poiché non sarebbe più necessaria l’attività di ricerca e soccorso svolta dai diversi paesi europei e dalle organizzazioni non governative nel mar Mediterraneo.

Lei dice: accogliamo solo chi scappa davvero dalla guerra e limitiamo la concessione della protezione per motivi umanitari.
Giusto! Superiamo l’attuale legge sull’immigrazione che lega in modo imprescindibile l’ottenimento del permesso di soggiorno al contratto di lavoro e allo stesso tempo non permette alcuna forma di regolarizzazione per chi già si trova sul territorio nazionale. Per coloro che arrivano in Italia o in altri paesi dell’Unione Europea in cerca di migliori condizioni di vita prevediamo la concessione di un permesso di soggiorno europeo che permetta di cercare lavoro.

Lei dice: l’Italia non può accogliere tutti, ogni paese europeo deve fare la sua parte.
Concordiamo! Superiamo l’attuale Regolamento Dublino III e introduciamo dei meccanismi che tengano in considerazione le scelte del richiedente asilo in merito al paese nel quale stabilirsi. Creiamo un permesso di soggiorno europeo che permetta la libera circolazione all’interno del territorio dell’Unione abolendo ogni frontiera interna.

Caro Ministro ci sembra che sia lei che chi l’ha preceduto negli ultimi 20 anni, non abbiate difficoltà ad individuare i problemi, ma a trovare le soluzioni perché sia lei che i suoi predecessori siete tutti partiti da due presupposti sbagliati: che l’immigrazione sia una minaccia da cui proteggersi e che si possa con leggi e provvedimenti incidere sui desideri e le volontà che portano le persone a partire. Invece l’immigrazione è come la pioggia: indispensabile e non smetterà di scendere.