Signor Presidente, siamo cittadine e cittadini preoccupati per la serie di intimidazioni che alcuni esponenti del suo governo stanno rivolgendo a giornalisti, scrittori e professionisti dell’informazione perché critici verso le loro politiche. Le rivolgiamo un appello affinché si pronunci in modo fermo in difesa della libertà di espressione e manifestazione del pensiero, del diritto di cronaca, di critica e di satira, principi fondanti della nostra Repubblica e della nostra democrazia.

In particolare, ci riferiamo alla querela da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini nei confronti di Roberto Saviano, che fa seguito alla minaccia di togliere la scorta allo scrittore, da anni nel mirino della criminalità organizzata. Anziché rispondere in modo aperto alle critiche e alle inchieste giornalistiche che lo riguardano, il ministro intimidisce e punisce chi dissente, tradendo lo stesso mandato dell’istituzione che rappresenta. Ricordiamo che tra le funzioni principali del ministro dell’Interno c’è la tutela dei diritti civili per tutti i cittadini.

Perché è importante?

Ogni tentativo di attaccare, delegittimare e intimidire chi dissente dalle politiche di un governo indebolisce le istituzioni e con esse la coesione sociale, portandoci verso derive autoritarie che gli italiani non vogliono tornare a vivere. Citiamo, a questo proposito, le prime righe dell’Articolo 21 della Costituzione italiana: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Se il governo da lei presieduto consente a un ministro di minacciare un giornalista noto, che ha risorse e mezzi per difendersi, che cosa accadrà ai tanti giornalisti che non godono delle stesse possibilità?

Nelle classifiche internazionali della libertà di informazione l’Italia già occupa una posizione non degna di un paese democratico. Non facciamo altri passi indietro, difendiamo la libertà di espressione!

(Campagna promossa da Progressi e Articolo21)

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