Il CIR – Consiglio Indigeno di Roraima e la COICA – Coordinazione delle Organizzazioni Indigene del Bacino Amazzonico, che opera in nove paesi (Perù, Guyana, Bolivia, Equador, Guyana Francese, Suriname, Colombia, Venezuela e Brasile), ha iniziato un dialogo per analizzare la preoccupante situazione del popolo warao che, massicciamente, sta lasciando il Venezuela per stabilirsi in Brasile. Alla riunione hanno partecipato anche rappresentanti di entità civili, della Pastorale Indigenista, della Commissione Pastorale della Terra, della Rete Ecclesiale Pan-Amazzonica e un gruppo di leader warao. L’incontro è avvenuto il 25 giugno scorso nella sede del CIR in Boa Vista, capitale dello Stato brasiliano di Roraima.

Già nel 2016, un gruppo di leader warao aveva partecipato a un’assemblea del CIR, informando sulla difficile crisi politica, sociale ed economica in corso in Venezuela e chiarendo che a pagarne le conseguenze più amare sono proprio i popoli indigeni a causa dell’avanzare di progetti di grande impatto ambientale sui loro territori tradizionali (estrazione mineraria e petrolifera, costruzione di strade e infrastrutture).

Secondo i dati raccolti dalle entità che accompagnano da vicino la situazione, circa 500 warao si sono stabiliti nel comune di Pacaraima, alla frontiera con il Venezuela, e 700 in Boa Vista, ai quali si sommano 80 individui dell’etnia E’nepa. Un numero imprecisato di warao ha proseguito il viaggio in direzione di Manaus e dello Stato del Parà. Ai disagi che ogni profugo affronta, sulle spalle dei warao si aggiunge il peso del preconcetto, dell’umiliazione, della discriminazione, essendo Roraima, storicamente, uno Stato tra i più anti-indigeni.

(Fonte e foto del CIR)