Sabato 30 giugno alle 11

Via Leonida Bissolati, di fronte all’ambasciata americana

Organizzata da American Expats for Positive Change, Letras Voladoras, Women’s March Rome, Italy, Democrats Abroad Italy

Anche Roma si unisce alla mobilitazione negli Stati Uniti e in tutto il mondo per opporsi alla detenzione delle famiglie immigrate e alla separazione dei figli dai genitori. Ne parliamo con Jillian Taft, di American Expats for Positive Change, una degli organizzatori della manifestazione.

Quali sono gli obiettivi della manifestazione?

Vogliamo porre fine alla brutale politica della tolleranza-zero, che imprigiona le famiglie a tempo indeterminato, costituisce una violazione dei diritti umani e ha creato questa terribile crisi. L’amministrazione Trump sostiene che l’Ordine Esecutivo del 20 giugno, in base al quale i figli non verranno più separati dai genitori, dimostri la sua compassione, ma in realtà questa decisione non cambia la situazione delle famiglie dei richiedenti asilo e non chiarisce se o quando i 2.300 bambini attualmente detenuti verranno ricongiunti alle loro famiglie. Molti bambini sono ancora al confine tra Stati Uniti e Messico e altri sono sparsi in centri di detenzione in tutto il paese. Noi vogliamo controllare che questa riunificazione avvenga davvero e non rimanga solo una vaga promessa.

Chi parteciperà alla manifestazione?

I promotori sono organizzazioni di americani che vivono in Italia, ma ovviamente la manifestazione è aperta a tutti quelli che vorranno partecipare. Interverranno anche un rappresentante di Hummustown, il catering dei rifugiati siriani ed Elaine Allaby del Joel Nafuma Refugee Center.

Come continuerà la mobilitazione?

Gli eventi di questi giorni e in particolare la grande manifestazione prevista a Washington D.C. proprio il 30 giugno sono solo un primo passo. Continueremo a fare pressione perché le nostre richieste vengano accolte, ponendo fine a una politica spietata, che sta causando dolore e sofferenza a migliaia di persone.