Proibizione Armi Nucleari. Già approvate ad Azzate e a Daverio, ieri sera presentata pubblicamente la mozione di Varese.

Ieri sera, 16 marzo 2018, presentata pubblicamente, presso la sala Consigliare del Comune di Varese (Salone Estense) la mozione per chiedere al Governo la sottoscrizione e la ratifica del Trattato per la Proibizione delle Armi nucleari, approvato il 7 luglio scorso da 122 Paesi mebri dell’ONU (su 194) e già riconfermato da 56 Paesi di cui 6 lo hanno già ratificato. Lo stesso Parlamento Europeo si era espresso per la sua sottoscrizione, e l’iniziativa di novembre 2017 di Papa Francesco, così come l’assegnazione a dicemre del Premio Nobel ad ICAN, hanno suggellato questo Trattato fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità e della stessa vita sulla terra.

Il convegno è stato aperto da Dino De Simone, Assessore all’ambiente, che ha ricordato il pieno appoggio alla mozione della Lista con la quale è stato eletto: “Progetto Concittadino – Varese Cambia Davvero” e della maggioranza di Centro -Sinistra al governo del Comune. La mozione è già stata discussa in Commissione e andrà in votazione in aprile. Ha ringraziato il Forum Contro la Guerra che ha reso possibile l’incontro e le associazioni che supportano il progetto: Auser, Sharazade e Un’altra storia Varese.

L’introduzione è stata fatta da Marco Tamborini, già delegato sindacale in Aermacchi, distintosi per le lotte per la riconversione al civile di quell’azienda. Egli ha inserito la necessità di giungere al Disarmo nucleare attraverso questo trattato anche come modalità per cercare di chiudere la “guerra mondiale a pezzi” che stiamo vivendo. Una guerra che ha le sue basi nella assunzione, nei primi anni ’90, di un nuovo modello di difesa da parte dei principali Paesi occidentali: dagli USA, dalla NATO, e dalla stessa Italia. Questo modello, in violazione delle norme internazionali e dello Statuto delle Nazioni Unite (per l’Italia anche della sua Costituzione), ha liberato la guerra dai lacci giuridici che la vedevano confinata alla sola legittima difesa da una aggressione conclamata, ed – anche se con queste caratteristiche -, ad un percorso procedurale di autorizzazione ONU. Le guerre di demolizione (di Iraq, Jugoslavia, Libia) a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e le missioni militari cosiddette “di pace” hanno al centro un’auto legittimazione: la possibilità illegale di “difendere, armi in pugno, gli interessi nazionali ovunque nel mondo vengano minacciati”.

Il fisico, ed attivista antinucleare, Angelo Baracca, ha illustrato la storia della corsa alle armi nucleari e dei Trattati per il loro controllo e ha ricordato la macabra danza dei minuti delle lancette dell’orologio dell’apocalisse, inventato dagli scienziati americani che pubblicano il “Bullettin of Atomic Scientists” e che segnano ormai i 2 minuti a mezzanotte, ovvero alla catastrofe nucleare.

Ha parlato dei veri motivi delle esplosioni atomiche su Hiroshima e Nagasaki (avvertimento alla ex URSS) e di come tra il 1945 e il 1960 l’obiettivo della pressione nucleare USA sull’Unione Sovietica fosse il suo annientamento.

Una volta raggiunto l’equilibrio atomico tra le due superpotenze l’Europa fu destinata ad essere vittima sacrificale in quanto scudo avanzato degli USA (es.: nel 1983 la NATO fece una esercitazione, l’Able Acher, in cui simulava un bombardamento atomico del suolo europeo per fermare l’avanzata dei carri armati del Patto di Varsavia).

Secondo Baracca, il TNP del 1970 è stato un Trattato di “Proliferazione Pilotato”, in ogni caso le “potenze nucleari” passarono da 5 a 9. Alla metà degli anni ’80 le testate nucleari raggiunsero il numero inaudito di 70.000 e solo con le proposte di Gorbachev dei trattati INF e di eliminazione totale delle armi nucleari, la tendenza al riarmo si invertì.

L’equilibrio del terrore fondato sul “MAD (Mutua Distruzione Assicurata)” fu superato col “crollo” dell’URSS dopo il 1989, le armi nucleari persero il ruolo di deterrenza. I Trattati START e il Bando Totale dei Test Nucleari (Trattato mai ratificato dagli USA) fa pensare che le armi nucleari non siano più un pericolo. A fine secolo il disarmo nucleare rallenta e nel 2001 il presidente americano Bush Jr. ritira gli USA dal Trattato ABM e nel 2002 promuove il Sistema di Difesa Antimissile. Ciò provoca un salto epocale, una svolta di “non-ritorno”, di una nuova corsa alle armi nucleari, quelle che vengono proposte come armi da “usare in guerra”, supposta limitata.

In questo quadro si inserisce la crisi nucleare nordcoreana. Il Nord Corea nel 2006 fa il suo primo test nucleare. Nel 2010 la Russia rifiuta una riduzione significativa del suo arsenale temendo che le difese missilistiche di USA e NATO le impediscano di esercitare la dissuasione. Obama programma 3000 miliardi di dollari per modernizzare le armi nucleari USA, nel frattempo procede l’espansione della NATO ad Est. Nel 2017 Corea del Nord e USA si minacciano l’un l’altra di distruzione nucleare. Il 2 febbraio 2018 Trump presenta il Nuclear Posture Review nel quale si conferma la volontà di riarmo nucleare attraverso armi più sofisticate e la possibilità di First Use nucleare inteso anche come possibile risposta ad attacchi cibernetici. Il 1 marzo Putin annuncia nuove armi nucleari in grado di aggirare le difese antimissilistiche di NATO e USA.

L’introduzione della intelligenza artificiale, dei robot e delle armi autonome rende ancora più critica la situazione. Baracca ha concluso con un appello a diffondere l’informazione e a riprendere una iniziativa di massa per eliminare definitivamente le armi nucleari dalla faccia della Terra.

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