Lunedì 20 novembre alle 14  la Carovana delle donne per il disarmo nucleare si muoverà da Ghedi, BS e da altri luoghi significativi ( Aviano – Livorno – Pisa – Trieste – Napoli – Sicilia – Sardegna, dove si trovano basi e porti nucleari) e confluirà a Roma il 10 dicembre, quando chiederà al Presidente della Repubblica di ricevere una sua delegazione. Perché sono stati scelti questi luoghi e questa data?

I luoghi indicati nel programma riguardano siti dove sono presenti bombe nucleari, all’insaputa di gran parte dell’opinione pubblica. Va chiarito che il termine ” carovana” non si riferisce a un drappello che attraversa l’Italia per confluire a Roma, ma che si tratta di un significato simbolico: nelle varie città, alcune delle quali hanno già aderito, verranno promosse contemporaneamente iniziative a livello locale sul tema del disarmo nucleare. Le proposte sono elencate nel programma che stiamo diffondendo.

Abbiamo chiesto di essere ricevute dal Presidente della Repubblica, dove una delegazione si recherà a consegnare le firme raccolte e attendiamo una sua conferma. La data scelta è la ricorrenza della Giornata dei Diritti Umani – il 10 dicembre. Il primo diritto umano è il diritto alla vita di tutti gli uomini e donne esistenti. Essendo quel giorno domenica, abbiamo spostato la Conferenza Stampa sul disarmo  alla Sala Nassiriya al Senato al giorno 11 dicembre e anche la visita al presidente Mattarella l’abbiamo chiesta per il giorno 11.

Come vedete la situazione, dopo l’approvazione all’ONU del trattato di messa al bando delle armi nucleari?

Il Trattato approvato il 7 luglio 2017 a New York è stato certamente una grande vittoria. 122 Stati lo hanno sottoscritto, ma soltanto 3 sono state le ratifiche immediate. Il Trattato entrerà in vigore dopo la 51 esima ratifica. Ovviamente gli Stati nucleari e quelli NATO non hanno partecipato alla Conferenza ONU di NY ( ad eccezione dell’Olanda, che però non ha espresso voto favorevole). Nemmeno l’Italia ha partecipato. Noi però non riteniamo impossibile la ratifica da parte dell’Italia. Pensiamo che la salvaguardia delle vite umane

messe a rischio dalla stessa presenza di armi nucleari sul nostro territorio debba essere la principale preoccupazione di uno Stato sovrano. L’alleanza sotto l’ombrello NATO non può impedire a uno Stato di agire in piena autonomia su un terreno di vitale importanza per la vita dei suoi cittadini. Per questo ci stiamo muovendo su più piani, poiché siamo convinte che la mobilitazione congiunta della popolazione e delle istituzioni possa condurre il governo alla ratifica, sfidando coraggiosamente la NATO e di conseguenza  all’allontanamento degli ordigni nucleari dal territorio nazionale.  Ma dobbiamo essere in tanti e in tante!!

Quale può essere il ruolo delle donne nelle iniziative per il disarmo nucleare?

Il ruolo delle donne è molto importante, visto che sono loro a portare nel proprio corpo le nuove vite; le radiazioni sprigionate da un impianto nucleare possono portare danni irreversibili alla vita del feto. Le donne devono essere le prime a opporsi a un rischio di questa portata. Non a caso l’associazione WILPF (Women’s International League for Peace an Freedom) di cui noi in Italia siamo una delle tante sezioni presenti nel mondo, è stata una delle prime ad impegnarsi contro il Trattato di Non Proliferazione Nucleare, che non esclude il possesso di queste armi da parte delle potenze nucleari.

Che cosa si può fare di concreto per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema praticamente tabù, ignorato dalla maggior parte dei media mainstream?

E’ indispensabile sensibilizzare l’opinione pubblica, che percepisce il rischio nucleare come un’ipotesi remota, in coda a tanti altri problemi della vita quotidiana. Per suscitare interesse e favorire la partecipazione e la mobilitazione sul tema abbiamo pensato a questa sorta di “carovana”: vogliamo far sì che in ogni città, in ogni paese, le donne promuovano una serie di iniziative coinvolgenti, da un’informazione circostanziata, alla visione di materiali, alle testimonianze, alla percezione del livello globale rappresentato da un fenomeno su cui oggi si basa l’assetto dei poteri. Chi possiede armi nucleari può aspirare mediante la semplice deterrenza al dominio del mondo. Per questo le armi nucleari devono essere eliminate dalle società che si definiscono “civili”.