Riproduciamo integralmente il testo letto domenica scorsa durante “Canzoni contro la Guera” in ricordo di Alberto L’Abate

La 6^ edizione di “Canzoni contro la guerra” è dedicata a ICAN e ad Alberto L’Abate.
ICAN, l’organizzazione che si batte per l’abolizione delle armi nucleari (raccoglie 406 organismi partner presenti in 101 paesi), è stata l’ispiratrice della loro messa al bando da parte di un nutrito gruppo di stati in sede ONU ( fra cui manca colpevolmente l’Italia); per questo ICAN ha ricevuto recentemente il Premio Nobel per la pace (questa volta dato ad un soggetto che l’ha pienamente meritato).
Si può dire che un pezzo di quel premio vada a tutte le persone che come Alberto L’Abate si sono battute durante una vita intera per il disarmo.
Vogliamo qui ricordare Alberto con un breve intervento, come organizzatori dell’iniziativa, basato principalmente sugli incontri che abbiamo avuto con lui e sulle attività realizzate insieme (fra le moltissime che ha portato avanti in varie parti del mondo).
Proprio un anno fa Alberto era qui, a “Canzoni contro la guerra”: intervenne per ricordare a tutte/i noi quanto siano folli le spese che l’Italia fa per gli armamenti, come si potrebbero investire in imprese utili alla collettività tali somme, quali pericoli derivino dal proliferare delle armi. In quell’occasione sottolineò anche che negli anni 80 del secolo scorso il movimento pacifista aveva registrato un notevole successo, dando una spinta decisiva all’accordo fra Gorbaciov e Reagan per l’eliminazione degli euro-missili e la riduzione degli armamenti atomici.
Così i Cruise non erano stati installati a Comiso, premiando la lunga e tenace mobilitazione che aveva messo in stato d’assedio, se così si può dire, la base per impedirne l’ampliamento e metterla in grado di ospitare, appunto, i missili Cruise.
Alberto era stato fra i maggiori protagonisti di quella mobilitazione, che aveva avuto carattere internazionale.
Amico e collaboratore di Aldo Capitini, ne ha proseguito l’impegno per una “rivoluzione nonviolenta”.
Ha unito sempre all’attività accademica, di ricerca, di formazione, di teorico della nonviolenza attiva, quella dell’azione diretta, nel movimento pacifista e antirazzista.
Fino all’ultimo ha partecipato alle mobilitazioni su questi temi (ricordiamo il suo intervento al presidio in piazza dei Ciompi in preparazione della manifestazione contro il razzismo del 21 ottobre scorso [a cui ha voluto far arrivare un suo messaggio dall’ospedale in cui era ricoverato – ed in cui si è spento due giorni prima dell’iniziativa romana -]).
L’anno scorso ha preso parte, insieme a Gigi Ontanetti, anche lui scomparso da poco (faceva parte della “Fucina della nonviolenza”, messa su da Alberto a Firenze alcuni anni fa), ad una serie di incontri, svoltisi alle Baracche della Comunità dell’Isolotto, sulle metodologie nonviolente con cui condurre i conflitti.,
Un’indicazione di lavoro che Alberto avrebbe voluto sviluppare, ampliandola e coinvolgendo energie nuove.
Dei suoi numerosi e importanti scritti ci piace ricordarne due piuttosto recenti: “Riflessioni su – La rivoluzione disarmista – di Carlo Cassola”, che ripropone il tema del disarmo, centrale per la sopravvivenza dell’umanità (per dirla con Ernesto Balducci, “gli esseri umani del futuro, o saranno uomini, e donne, di pace o non saranno”) e “Gramsci e la nonviolenza”, in cui l’autore fa emergere dal pensiero di Gramsci elementi collegabili ad una ipotesi di “rivoluzione nonviolenta dal basso”.
E vogliammo rammentare anche la sua attenzione per l’autorganizzazione, sempre sulla scia di Aldo Capitini (e il suo impegno diretto in esperienze di autorganizzazione – a partire da quella con Danilo Dolci in Sicilia e poi nella realtà fiorentina dei comitati di quartiere dell’alluvione e degli anni seguenti -).
Alberto L’Abate: una vita esemplare per il contributo scientifico che ha saputo produrre e per l’impegno militante, portato avanti senza risparmio.
Una vita da cui trarre moltissime indicazioni, sul piano teorico e pratico.
Per questo lo ricordiamo con affetto, convinti che la sua presenza sarà sempre viva fra noi.

Gli organizzatori di “Canzoni contro la guerra”, 5 novembre 2017 – Iniziativa promossa da: Istituto Ernesto De Martino, Comitato “Fermiamo la guerra”, ANPI, Camera del Lavoro CGIL, Coro “Le MusiQuorum”, Circolo “L’Affratellamento”.