Quando hanno promosso l’appello Insegnanti per la cittadinanza speravano ma non immaginavano una campagna così vivace, in grado di mettersi presto in cammino con tanti e tanti. In primis, naturalmente, con gli insegnanti interessati a proporre attività sullo ius soli nelle scuole di tutta Italia (qui una galleria fotografica delle attività avviate il 3 ottobre e per un mese), poi l’inizio dello sciopero della fame a staffetta di 840 tra maestri, maestre e professori, seguito dall’adesione di alcuni parlamentari (grazie in particolare al senatore Luigi Manconi) e di un ministro, ma anche alcune artisti – tra gli altri, Ascanio Celestini, Alessandro Bergonzoni e Andrea Segre – hanno fatto sapere di essere pronti ad aderire al digiuno (per comunicare la propria adesione occorre indicare il giorno o i giorni in cui ciascuno attuerà il digiuno attraverso questa scheda on line).

Dalle scuole alle piazze: i promotori del Cittadinanza day (13 ottobre, ore 16, piazza Montecitorio) e quelli della manifestazione del 21 ottobre Contro ogni forma di razzismo (piazza Vittorio Roma, ore 15) hanno intrecciato le loro iniziative con quella avviata dagli insegnanti per ritrovarsi in molti anche in strada.

Intanto, la mobilitazione arriva nelle università: alcuni docenti universitari hanno diffuso un nuovo appello (di seguito il testo completo) con cui annunciano iniziative nelle aule universitarie.

Insomma, una campagna partita dal basso, dalle aule di alcune scuole, apre uno spiraglio importante per l’approvazione della leggi sullo ius soli – ius culturae in Senato, ma soprattutto mostra un pezzo di società in movimento. Beh, scusate se è poco.

Docenti e ricercatori universitari possono firmare il seguente appello a questo link (ringraziamo Leonardo De Franceschi per la mobilitazione e la segnalazione).

Come docenti universitari/e vogliamo prendere una chiara posizione sulla legge in discussione al Senato della Repubblica che introduce alcune tutele minime per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei minori.

Si tratta di una proposta di legge che riconosce il valore fondante della scuola per costruire il pieno sviluppo di ciascuna persona e l’effettiva partecipazione di tutte e tutti all’organizzazione sociale, culturale, politica ed economica dell’Italia. Non approvare questa legge significherebbe alimentare il razzismo che attraversa la nostra società.

Noi che lavoriamo nelle università, l’ultimo livello del percorso di studi, pensiamo che le nostre studentesse e i nostri studenti – che sono nati in Italia da genitori stranieri o sono arrivati in Italia da minori e qui hanno frequentato le scuole – debbano aver il diritto di ottenere la cittadinanza.

È inaccettabile costringere dei giovani a diventare “stranieri per legge” al compimento dei diciotto anni, facendoli cadere nella morsa burocratica dei permessi di soggiorno e nella minaccia di non poter più vivere nel paese in cui hanno vissuto da sempre o da tanto e importante tempo.

Nelle aule universitarie nessuno deve sentirsi straniero/a, tutte e tutti devono poter studiare con la stessa speranza di futuro.

Sosteniamo quindi l’appello delle/gli insegnanti della scuola e nello stesso periodo, dal 3 ottobre al 3 novembre, organizzeremo negli atenei italiani iniziative per promuovere l’approvazione della legge.

Le prime firmatarie sono: Silvia Cristofori, Vinzia Fiorin, Chiara Giorgi, Alessandra Gissi, Valentina Mangano, Sabrina Marchetti, Renata Pepicelli, Valeria Ribeiro Corossacz, Enrica Rigo e Laura Ronchetti