Domenica 17 settembre si è  svolta a Roma la “Rome Half Marathon Via Pacis”, la manifestazione sportiva popolare, con partenza da Piazza San Pietro, decisa l’inverno scorso grazie a un accordo tra Pontificio Consiglio della Cultura e Giunta comunale, in collaborazione con la Fidal.

Le parole chiave son state “Pace, Solidarietà, Inclusione, Partecipazione”: è stata una manifestazione aperta a tutti, comprendente la mezza maratona, ma anche la 5 chilometri, che ha voluto abbracciare, anche attraverso il percorso della “Via Pacis”, tutte le culture religiose”.

Si è  trattato  – come hanno ricordato sia  Mons. Melchor Sanchez, direttore del dipartimento Cultura e Sport al Pontificio Consiglio della Cultura, che Rav Riccardo Di Segni, Rabbino capo di Roma  – d’ una maratona volta a favorire esplicitamente il dialogo interreligioso e interculturale: alla pari di  altre celebri manifestazioni sportive romane (come anzitutto la “Corsa di Miguel”, in programma ogni anno a gennaio in memoria d’ un atleta e poeta argentino tra i più  fermi oppositori, a suo tempo, della dittatura militare di Videla).

Quest’aspetto essenziale della corsa era evidenziato anzitutto dal percorso; che, partendo da Via della Conciliazione, ha toccato  luoghi di culto emblematici della Capitale, appartenenti a diverse confessioni e comunità religiose, come la Basilica di San Pietro, la  Grande Moschea, la Sinagoga, altre chiese cristiane e luoghi religiosi.  Hanno partecipato anche atleti appartenenti alla Comunità ebraica romana e alle varie Comunità musulmane della capitale ( in rappresentanza anche delle moschee della Magliana e di Centocelle).

In campo maschile, la vittoria è andata al 25nne Eyob Faniel (1h.03:26), nato in Eritra ma dal 2004 in Italia (alle sue spalle, i kenyani Tiongik e  Kurgat). In campo femminile a Sara Berogiato (1h15′:37), seguita dalla kenyana Jeruto e dalla trentina Dal Ri). Presente anche la sindaca Virginia Raggi (che ha abilmente dribblato le domande sulle importanti  occasioni perse da Roma con le prossime Olimpiadi).

“Abbiamo aderito con gioia ,convinzione, speranza e spirito unitario a questa Mezza Maratona per la Pace”, dice il fondatore delle Co-mai,Comunità del Mondo Arabo in Italia e dell’Associazione Medici d’origine Straniera in Italia (AMSI), Foad Aodi” esprimendo così la sua soddisfazione e speranza per un’iniziativa come questa,  “dove un’altra volta lo sport si dimostra  uno strumento importante per unire, per costruire ponti tra le religioni e le culture” .

“Inoltre”, continua Aodi, che è  “Focal Point” per l’integrazione, in Italia, per l’Alleanza tra le Civiltà (UNAOC, organismo ONU),  “dobbiamo proseguire nel nostro impegno con le 4 parole d’ordine che han caratterizzato le nostre 1000 #FestedelDialogo in Italia e in Terra Santa, dal primo sino all’11 settembre: “Dialogo, Conoscenza, Informazione, Pace. Coinvolgendo musulmani, ebrei, cristiani e laici come appunto per questa “Half Marathon”: facciamo partire la #MaratonadelDialogo, unendo le città dei Paesi euromediterranei e la Terra Santa”.

Hanno aderito alla maratona, oltre Amsi e Co-mai, anche il movimento internazionale Uniti per Unire ,la CILI,  confederazione Internazionale Laica Interreligiosa, e l’ UMEM-Unione Medica Euromediterranea