Di Jessica Corbett, Common Dreams

“Non esiste copyright per la giustizia sociale,” ha detto il leader laburista Jeremy Corbyn a Naomi Klein in un’intervista pubblicata dall’Intercept martedì scorso.

Klein, giornalista e autrice del nuovo libro No Is Not Enough, ha chiesto a Corbyn cosa pensasse del tentativo dei conservatori del Regno Unito di copiare le sue politiche per attirare i giovani elettori. I due si sono incontrati di recente a Londra per discutere dello straordinario risultato ottenuto dai laburisti alle elezioni del mese scorso, dell’amministrazione Trump, di Bernie Sanders, degli accordi sul clima di Parigi, dell’incendio della Grenfell Tower e di molti altri argomenti.

In giugno Corbyn ha conquistato le prime pagine dei giornali di mezzo mondo quando sotto la sua guida il Partito Laburista ha ottenuto il maggior incremento di voti dalla seconda guerra mondiale, descritto dal giornalista e simpatizzante del partito Owen Jones come “lo sconvolgimento politico più incredibile nella storia britannica” e dovuto in parte alla mobilitazione e al sostegno di massa dei giovani.

Come ha scritto Jonathan Cook per Common Dreams dopo le elezioni: “Con Corbyn, la campagna elettorale ha dimostrato l’esistenza di una grande voglia di onestà, passione e impegno per la giustizia sociale – almeno quando il pubblico ha la possibilità di sentirlo direttamente, invece di vedere le sue politiche e la sua personalità mediate e distorte da media parziali e interessati. A differenza di Tony Blair, che ha distrutto il Partito Laburista per trasformarlo in un partito alla Thatcher, Corbyn lo sta ricostruendo come un movimento sociale con proposte progressiste”.

Nonostante il suo successo personale, Corbyn ha ribadito: “Il punto non sono io. E’ la causa, è la gente. Quando la mente della gente si apre, non c’è limite alle possibilità.”

Nonostante ci siano ancora battaglie politiche da combattere – i laburisti sperano di ottenere la maggioranza in Parlamento alle prossime elezioni– Corbyn ha condiviso con Klein la sua audace visione del futuro. “L’immagine del mondo è cruciale. Riguarda quello che facciamo rispetto ai temi dell’ingiustizia, della disuguaglianza e della povertà e soprattutto riguarda la speranza e le opportunità per i giovani. Speranza di poter andare al college o all’università, opportunità di ottenere un lavoro decente. Riguarda anche il contributo che possiamo dare al resto del mondo. Voglio una politica estera basata sui diritti umani, sul rispetto della legge internazionale, sul riconoscimento delle cause dell’afflusso di rifugiati e dell’ingiustizia nel mondo”.

Qui di seguito l’intervista completa: