Siamo protettori dell’acqua che si sono opposti all’oleodotto Dakota Access (DAPL).

Siamo anche impegnati nelle lotte e nei movimenti in nome dei nativi contro i progetti che utilizzano combustibili fossili e avvelenano la nostra terra e l’acqua e danneggiano il clima.

Stiamo viaggiando per l’Europa per chiedere alle banche europee di ritirare i finanziamenti ai progetti basati sui combustibili fossili, che non rispettano i diritti sanciti dai trattati e i nostri diritti umani e contribuiscono al genocidio della nostra gente e dell’ambiente.

Non siamo sorpresi dalla sua decisione di ritirarsi dagli accordi di Parigi sul clima.

Ci siamo già resi conto della determinazione con cui antepone gli interessi suoi e delle grandi corporations al benessere della gente.

Ce ne siamo resi conto durante la lotta contro l’oleodotto Dakota Access.

Ce ne siamo resi conto quando ha mandato la polizia militarizzata e la Guardia Nazionale a sgomberare l’accampamento pacifico e dedito alla preghiera che abbiamo allestito per fermare l’oleodotto Dakota Access.

Come popoli nativi siamo oggetto di un’oppressione costante da parte dello Stato e del governo. La repressione subita durante la lotta contro l’oleodotto Dakota Access è un altro trauma che dobbiamo sopportare.

Oggi non è solo il giorno in cui ha deciso di ritirarsi dagli accordi di Parigi, ma anche quello in cui l’oleodotto Dakota Access diventa operativo.

Lei forse crede di aver vinto.

Le mandiamo questa lettera per dirle che non è così. Stiamo costruendo la resistenza in tutta Turtle Island (gli Stati Uniti, N.d.T.) e in tutto il mondo. Ci siamo uniti a molti movimenti sociali, a quello per la giustizia climatica, a quello femminista e ai movimenti anti-razzisti.

Non ci limitiamo più a sognare o a immaginare un mondo migliore per i nostri figli. Ci stiamo sollevando e lottiamo contro il mondo neo-liberista e autoritario in cui le grandi corporations contano più della gente. Continueremo a lottare per l’acqua, per la giustizia ambientale, per i diritti umani e i diritti degli indigeni e per la Madre Terra.

Non ci fermeremo mai.

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