Chi era giovane negli anni Settanta ricorda bene i passaggi in autostop in Italia e in Europa come la forma più diffusa di viaggiare. Allora i voli low cost non esistevano, il treno era caro (come adesso, del resto) e ottenere un passaggio era facilissimo. Oltre a essere economico, questo sistema permetteva di instaurare rapporti interessanti e cordiali, anche se per il breve tempo di un viaggio in macchina e contribuiva a un’atmosfera rilassata, solidale e aperta.

Poi le cose sono cambiate, l’insicurezza e la diffidenza sono aumentate e l’autostop come forma di viaggio è praticamente scomparso.

Negli ultimi anni però è aumentata anche la consapevolezza della catastrofe ambientale che incombe su tutti noi e la necessità di fare qualcosa per evitarla. Un’idea nuova, che recupera allo stesso tempo l’antica pratica dell’autostop come forma di muoversi, arriva dalla rete di economia solidale del Luinese, sul Lago Maggiore: Equostop, un progetto che punta a  costruire “una nuova solidarietà per vincere l’indifferenza, contrastare il degrado ambientale e trovare insieme nuove soluzioni per una mobilità più sostenibile”.

Numerose associazioni già attive sul territorio hanno ideato questo progetto in più tappe, che verrà lanciato ufficialmente il 3 settembre e conta già sull’adesione dei Comuni di Luino, Cuveglio, Germignaga, Maccagno e Brezzo di Bedero. Gli studenti dell’Istituto Tecnico Statale di Luino stanno inoltre preparando una App per smartphone in grado di calcolare i kilometri percorsi con Equostop trasformandoli in kg di CO2 non emessa nell’atmosfera tramite un sistema di “punti NO CO2”. Questi punti saranno dei veri e propri crediti che le amministrazioni comunali potranno riconoscere in termini di benefits, come ad esempio l’ingresso gratuito nei musei, l’accesso gratuito agli erogatori dell’acqua del sindaco, bonus per parcheggi e sconti sulle tasse locali.

Come spiegato nel sito www.terredilago.it, il funzionamento di Equostop è semplicissimo: 1) si crea una “comunità” di persone appartenenti alle associazioni del territorio che hanno capito che ci si può muovere condividendo un bene diffuso come l’auto privata; 2) si distribuisce la “card” di Equostop, attestando così l’”affidabilità” della persona in quanto appartenente a un’associazione del territorio; 3) si attiva una campagna di sensibilizzazione nel territorio per far capire che dare un passaggio a una persona che ha la “card” può far bene a tutti, ambiente compreso.

Infatti l’equostoppista, chiedendo un passaggio tramite l’esposizione della “card”, dichiara anche l’intenzione di partecipare alle spese di viaggio tramite un contributo volontario fisso, pari ad esempio a 0,50 € per spostamenti da un paese all’altro e 1 € per spostamenti più lunghi.

La sperimentazione di Equostop avverrà, in una prima fase, nell’area geografica della Comunità Montana Valli del Verbano, ovvero in un triangolo che va da Maccagno a Laveno fino a Cittiglio/Gemonio, con una popolazione complessiva di 80.000 abitanti.

La pratica di Equostop nel territorio può portare numerosi benefici: riduzione del numero di auto circolanti  e quindi riduzione di occupazione di parcheggi e strade; conseguente riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera; creazione di nuove relazioni tra le persone che condividono il viaggio; riduzione dei costi di trasporto (carburante, parcheggi, manutenzione) per chi riceve il passaggio; un contributo alle spese di gestione della propria auto per chi offre un passaggio; l’acquisizione in entrambi i casi dei benefits con i “punti di NO CO2” riconosciuti dalle amministrazioni pubbliche.

Non si tratta semplicemente di un modo per ridurre i costi degli spostamenti in macchina, come succede ad esempio con Blablacar. Gli ideatori del progetto lo inseriscono in una visione più ampia, che abbandoni la logica del profitto ad ogni costo e punti a un’economia  basata sulle relazioni, sulla partecipazione e sulla solidarietà, per un consumo più responsabile e rispettoso dell’ambiente  e dell’uomo.