Alla fine, sia i russi che gli americani lasciano che prevalga l’amore per il loro paese. Ma i primi lo fanno in maniera più complessa e informata. Certamente entrambi sono fuorviati, assolutamente e catastroficamente.

 

Suppongo che la lista sia lunga e comprenda danza, commedia, canto karaoke, bevute di vodka, edifici monumentali, diplomazia, narrativa, e migliaia di altri campi dell’impegno umano, in alcuni dei quali anche gli americani possono insegnare ai russi. Ma quello che mi colpisce per il momento in Russia è la capacità di fare un’autocritica politica onesta, come si trova in Germania, in Giappone e in molte altre nazioni in grado elevato. Penso che una vita politica priva di critica non meriti di essere sostenuta, però è tutto ciò che abbiamo a casa nostra, negli Stati non così Uniti.

Qui, come turista a Mosca, non solo amici e persone incontrate casualmente metteranno in evidenza le cose buone e quelle cattive, ma faranno lo stesso anche le guide turistiche di professione.

“Ecco a sinistra il parlamento dove fanno tutte quelle leggi. Non siamo d’accordo con molte di quelle, sai”.

“Qui alla tua destra è dove stanno costruendo un muro di bronzo di 30 metri per le vittime delle purghe di Stalin”.

Mosca ha anche un museo dedicato esclusivamente alla storia dei gulags.

Vicino al Cremlino una guida turistica ci indica il punto in cui è stato ucciso un avversario politico di Vladimir Putin e continua a lamentare i ritardi e le carenze del sistema giudiziario nel perseguire questo caso.

Quando ti parlano del suo mausoleo, Lenin può esser presentato tanto come un malfattore quanto come un benefattore. Ed è probabile che Yeltsin ti venga descritto come un ragazzo troppo ingrato per concepire un approccio al parlamento migliore che prenderlo a cannonate.

Molti siti sono “gloriosi”. Altri evocano aggettivi diversi. “Quegli orribili edifici sulla tua sinistra sono stati eretti nel tempo …”.

Potrebbe essere che la lunghezza e la diversità della storia qui siano di aiuto. Gesù si affaccia sulla piazza dal lato opposto alla tomba di Lenin. Le costruzioni sovietiche sono amate e odiate, proprio come la storia sovietica. Sull’altro lato della strada dal nostro hotel, una mostra di risultati economici messi in atto negli anni Trenta è ora un enorme parco. Evoca ancora orgoglio e ottimismo.

Venendo a Washington, un museo nativo americano e un museo afroamericano si sono uniti all’infinita sfilata dei memoriali di guerra e al museo sul genocidio in Germania – quello commesso dai nazisti nei campi, non dalle bombe statunitensi che ancora oggi costituiscono un pericolo.
Ma non esiste un museo della schiavitù, nessun museo del genocidio nordamericano, nessun museo del Maccartismo, nessun museo dei crimini della CIA, nessun museo che racconti gli orrori inflitti al Vietnam o all’Iraq o alle Filippine.
C’è un museo delle notizie che critica le notizie da qualsiasi altra fonte eccetto i media statunitensi.
Ha creato un tumulto perfino la proposta di includere un piccolo commento basato sul fatto storico, accanto all’immagine dell’aereo che sganciò le bombe nucleari sulle città giapponesi.

Potete immaginare un bus-tour a Washington DC con una guida che dall’interfono vi fa notare: “Alla vostra sinistra ecco i monumenti che celebrano la distruzione della Corea e del Vietnam; e subito dietro i templi giganteschi e i simboli fallici dei proprietari di schiavi; e in fondo a quella strada c’è un piccolo memoriale che promette di non rinchiudere più gli americani di origine giapponese, ma per lo più loda una guerra. La nostra prossima fermata è il Watergate; chi può nominare la banda di truffatori che furono colti nel fatto di sabotare questa cosiddetta democrazia?”

È quasi inimmaginabile.

Quando noi americani sentiamo i russi dirci che Trump ha ragione a licenziare chiunque non gli manifesti lealtà, troviamo tali nozioni arretrate e incivili (anche se Trump le annuncia con orgoglio al mondo). No, no, pensiamo: non si dovrebbe obbedire a ordini illegali o avversati dal popolo. I giuramenti si fanno sulla Costituzione, non al dirigente incaricato di attuare le leggi del Congresso.
Ovviamente viviamo in un mondo di sogno che esiste solo nei libri di testo di scuola elementare e nelle guide turistiche. Ma rifiutiamo anche di riconoscere la rigida richiesta di fedeltà verso gli Stati Uniti con la bandiera, le guerre e le mitologie fondanti.

Quante persone uccise Stalin? Un russo può darti una risposta, anche se variabile.
Quante persone hanno ucciso i soldati Usa nelle ultime guerre? La maggior parte degli americani ti dirà una cifra divisa dieci, cento, mille volte. Non solo, ma la maggior parte degli americani si sentirà di agire immoralmente per il solo fatto di permettere che la domanda si affacci al loro cervello.

Alla fine, sia i russi che gli americani lasciano che prevalga l’amore per il loro paese. Ma i primi lo fanno in maniera più complessa e informata. Certamente entrambi sono fuorviati, assolutamente e catastroficamente.

Questi due paesi sono leader mondiali nella gestione delle armi, con risultati orribilmente sanguinosi. Sono leader nello sviluppo e nella detenzione di armi nucleari e nella proliferazione delle tecnologie nucleari. Sono produttori importanti di combustibili fossili. Mosca si è ristabilita dalla distruzione economica che gli Stati Uniti hanno contribuito ad infliggerle negli anni ’90, ma lo ha fatto in parte vendendo petrolio, gas e armi.

Certamente, gli Stati Uniti sono capofila assoluti per spesa militare e consumo di combustibili fossili. Ma abbiamo bisogno che gli Stati Uniti e la Russia diventino leader nel disarmo e nella transizione verso economie sostenibili.
A ciò non sembra particolarmente interessato né l’uno né l’altro governo. E solo il governo russo sembra davvero aperto al disarmo. Questo stato di cose è insostenibile. Se le bombe non ci uccideranno, lo farà la distruzione ambientale.

I moscoviti stanno chiamando il mese in corso “MaggioNovembre” e propongono costumi da bagno di pelliccia. In Maggio sono abituati al caldo, non a freddo e neve. Si spera che possano mantenere il loro senso dell’umorismo fino alla fine.

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Traduzione dall’inglese di Leopoldo Salmaso