La solidarietà non sono parole, ma fatti.

Nell’ultimo anno, a Barcellona sono successe molte cose: tra chi di noi si è conosciuto nei campi profughi in Grecia, e insieme all’appoggio di moltissime persone, realtà organizzate ma anche mezzi d’informazione, abbiamo saputo trasmettere alla società della Catalogna la situazione che vivono tante persone che si trovano alle porte della Fortezza Europa. E la cittadinanza ha deciso di mobilitarsi. Il mondo del volontariato è cresciuto visibilmente e velocemente. Sono state organizzate centinaia di eventi sul territorio e abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme che abbiamo sottoposto all’attenzione delle autorità politiche.

Abbiamo occupato gli spazi dei principali mezzi d’informazione, abbiamo riempito il Palau Sant Jordi facendo un concerto con più di 15.000 persone, abbiamo fatto mosaici al Camp Nou, siamo andati scuola per scuola, centro per centro. Sono centinaia i comuni che hanno aderito alla campagna. Info point, conferenze, spettacoli, concerti, e una manifestazione che sembra essere la più grande al mondo a favore dell’accoglienza delle persone migranti con mezzo milione di persone per strada, davanti al mare. Dove necessario. Mezzo milione di persone per strada.

La nostra società non potrà mai dire di non averci provato con tutti i mezzi a disposizione. D’altra parte, chi non potrà dire lo stesso sono i nostri politici. Quando la grande manifestazione del 18 febbraio per i diritti dei migranti ha toccato la sfera politica, è iniziata la solita serie di giustificazioni, qualunque fosse il colore dei partiti delle varie amministrazioni, il che ha mostrato che siamo ancora molto lontani dall’accogliere le persone che il nostro governo si è impegnato ad accogliere, ad aiutare a ricostruirsi un’altra vita. A partire dall’eccezionale mobilitazione, il governo spagnolo ha accolto soltanto il 7% delle 17.387 persone migranti che si era impegnato ad accogliere nel giro di due anni, con la scadenza del prossimo 26 settembre. Nulla ci fa pensare che ciò accadrà. E questo è, per tanti versi, un altro grave precedente storico.

Lo abbiamo sempre detto: mentre dovremmo fare una campagna per rivendicare il fatto che le quote ci sembrano, oltre che un meccanismo vergognoso (o meglio infelice), troppo esigue, dobbiamo lavorare perché il governo faccia come minimo ciò che si è impegnato a fare.

Mentre qui sta succedendo tutto questo, lì nulla cambia da un anno. Lì non è successo nulla. E’ la macchina del tempo. Una macchina del tempo ferma. Di vite fermate. Un tempo e delle vite che sono stare rese un po’ più sopportabili, bisogna dirlo, grazie al lavoro dei volontari e delle volontarie che a loro volta hanno accantonato le loro vite. I nostri eroi.

Dichiarare di “mettercela tutta” non è sufficiente. Per tutte quelle persone, per i loro diritti, per i nostri diritti, non possiamo limitarci a “mettercela tutta”. Per loro e per noi, dobbiamo farcela. La solidarietà non è una parola, ma una pratica. E praticare solidarietà è una responsabilità di tutte e tutti.

In questo senso, Casa nostra, casa vostra parteciperà alla mobilitazione del 20 di maggio con la piattaforma “Nessuna Persona E’ Illegale”. Le leggi nazionali sulla migrazione sono molto importanti per garantire la dignità di tutte le persone migranti. Pensiamo che tutte le amministrazioni abbiano la possibilità di migliorare, e molto, le proprie politiche di accoglienza. Molte di queste, consce o meno, continuano ad essere razziste ed escludenti.

Casa nostra, casa vostra: Nessuna persona è illegale!