Nelle ultime ore nel parlamento israeliano si è attuata la decisione che rende eseguibile allo stato di fatto l’ inserimento delle colonie illegali in territorio palestinese in fascia C, violando gli accordi di Oslo e rendendole così sotto il totale controllo delle leggi sioniste. Tutto queste è accaduto nel silenzio delle agenzie di stampa internazionali mentre sulla Striscia di Gaza si verificava l’ennesimo bombardamento da parte degli F16 dell’aereonautica militare israeliana, contro i civili.

Nell’ ultimo mese dopo la presa in carico dell’attuale presidente degli Stati Uniti  Donald Trump, la terra di Palestina ha attratto i media di tutto il mondo a causa delle decisioni condivise con lo stato d’Israele per la sottomissione del popolo palestinese. Controverse le decisioni di Trump di spostare l’ambasciata statunitense da Tel Aviv alla città di Gerusalemme, evidenziando così una volontà di controllo maggiore sulla popolazione. Ma non si sono fermati qui in queste ore le novità poco democratiche e soprattutto scorrette messe in atto ai piani alti, viene infatti divulgato un comunicato urgente da parte dell’ organizzazione degli agricoltori e dei prigionieri palestinesi di  UAWC (Union of Agricultural Work Committees) in cui viene chiesto a tutte le organizzazioni mondiali per i diritti umani di intervenire tempestivamente contro questa illegalità e pericolosissima decisione del premier Benjamin Netanyahu e del suo enturage. Numerose infatti le manifestazioni che si sono tenute nei giorni scorsi non solo in West Bank ma anche nella città di Tel Aviv contro l’ insediamento delle colonie in terra di Palestina. Nasce spontaneo supporre che i bombardamenti delle ultime ore sulla Striscia di Gaza, siano stati un semplice tentativo per distrarre l’ opinione pubblica su ciò che si stava giocando nelle stesse ore sulle poltrone del potere israeliano.

Appello urgente

Unione of Agricultural Work Committees (UAWC)

7 febbraio 2017

Cari amici e attivisti,

Il parlamento israeliano ha approvato una legge per legalizzare gli insediamenti spot1 in Cisgiordania, costruiti illecitamente in terra palestinese e classificati come zona “C” secondo gli accordi di Oslo del 1993, che costituiscono il 62% dalle terre della Cisgiordania e che sono sotto il pieno controllo israeliano.

Questa legge permetterebbe all’occupazione israeliana di autorizzare migliaia di piccoli insediamenti israeliani, e 53 punti in Israele, così come la confisca di 8.000 dunum (unità di misura araba per i terreni, ndt) di terre di proprietà privata palestinese. Inoltre, questa legge aprirà spazio a un’ulteriore confisca delle terre private palestinesi senza alcuna restrizione fino a quando l’obiettivo da queste confische sarà una maggiore espansione degli insediamenti.

E ‘importante sottolineare che, dal momento dell’insediamento di Donald Trump, il 20 gennaio 2017, l’occupazione israeliana ha dato via libera alla creazione di più di 6.000 unità israeliane nei territori palestinesi occupati. In sostanza, questa legge riafferma pratiche dell’occupazione israeliana fascista ignorando tutto il mondo, che ha preso una decisione 2334 attraverso Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che afferma che l’attività di insediamento di Israele costituisce una ” flagrante violazione” del diritto internazionale e non ha “alcuna validità legale”. Facciamo appello a tutte  le organizzazioni per i diritti umani, agli attivisti e ai movimenti per la giustizia sociale affinché alzino la voce e facciano pressione sui loro governi perché a loro volta mettano pressione al fine di annullare la legge sull’occupazione israeliana, e riconoscano la Palestina come Stato indipendente. Ugualmente facciamo appello alle persone libere di tutto il mondo perché organizzino, ove possibile, dimostrazioni efficaci davanti alle ambasciate israeliane per fermare questa legge fascista.

Con solidarietà,

UAWC

1 Gli insediamenti spot israeliani sono piccoli insediamenti non compresi negli enormi, principali insediamenti che sono spuntati in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme, e abitati da 700.000 coloni che hanno rimpiazzato le terre indigene.