Pressenza sta collaborando da un paio di settimane con The Rosetta Foundation, istituzione senza fini di lucro che ha messo in moto la piattaforma collaborativa Trommons, un progetto per fomentare la traduzione in più lingue possibili di progetti comunitari, collaborativi, no profit ecc. Questa è un’intervista collettiva allo staff che lavora con la fondazione.

Da quanto esiste The Rosetta Foundation, come è nata e da chi?

Nata dall’idea di Reinhard Schäler, direttore del Localisation Research Centre (LRC) dell’Università di Limerick e da sempre impegnato nella lotta per un accesso equo all’informazione al di là delle barriere linguistiche, la Rosetta Foundation è stata presentata il 21 settembre 2009 dal professor Don Barry, direttore dell’Università di Limerick, in occasione della conferenza AGIS (Action for Global Information Sharing). La Rosetta Foundation è stata creata a partire dal Localisation Research Centre  dell’Università di Limerick e dal Centre for Next Generation Localisation (CNGL), un centro di ricerca promosso dal governo irlandese, da università irlandesi e da partner industriali. Lo scopo principale della Rosetta Foundation è quello di rendere possibile l’accesso all’informazione a livello mondiale, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza, della lingua parlata, della cultura e della posizione geografica.

Il nostro nome deriva dalla Stele di Rosetta. Nel 196 a.C., il testo della Stele di Rosetta fu scolpito in antico egizio (geroglifico), demotico e greco, così da permettere a tutti di capirne il contenuto. Analogamente, lo scopo della Rosetta Foundation è quello di garantire l’equo accesso all’informazione al maggior numero di persone possibile. Avere accesso all’informazione nella propria lingua materna è un diritto umano universale e fondamentale, che la Rosetta Foundation si impegna a preservare e proteggere.

Qual è la vostra missione?

Lottare contro la povertà, permettere l’accesso ai servizi sanitari, promuovere i diritti umani e la giustizia attraverso un accesso equo alle informazioni e alla conoscenza per il maggior numero di persone possibile.

Quando è nata la piattaforma www.trommons.org?

Per sostenere le comunità  linguistiche a livello globale, la Rosetta Foundation ha sviluppato Translation Commons (Trommons): una piattaforma che permette alle comunità che necessitano di traduzioni di trovare traduttori volontari disponibili a lavorare su questi progetti. Trommons mette in contatto un grande numero di traduttori volontari disponibili a lavorare pro bono con le comunità che più hanno bisogno dei loro servizi, permettendo ai volontari di scegliere i progetti di traduzione in base alle proprie competenze, esperienze e interessi. Attualmente, i nostri volontari lavorano in oltre 200 lingue.

Ci potete dare un po’ di numeri, statistiche, lingue ecc.? 

L’anno scorso i nostri volontari hanno completato oltre 2700 nuovi progetti sulla nostra piattaforma e il numero è quasi raddoppiato nel 2016. Per quanto riguarda la community di Trommons, contiamo oltre 15.500 volontari provenienti dai cinque continenti che mettono il loro talento a disposizione di 341 organizzazioni non-profit. Potete trovare una mappa interattiva che mostra l’attività di Trommons nel mondo sul sito della piattaforma www.trommons.org.

Dalla sua creazione, la Fondazione ha fornito testi per un totale di oltre 16 milioni di parole

C’è un progetto specifico che vi ha reso particolarmente orgogliosi?

Una delle collaborazioni  più interessanti è certamente stata quella con Cultural Survival. Il progetto consisteva nella traduzione di alcune trascrizioni audio sul consenso informato per comunità indigene in 53 lingue.

Il consenso libero, anticipato e informato prevede che le comunità indigene abbiano il diritto di decidere se aziende o governi possano procedere all’estrazione di materie prime, alla deforestazione o a qualsiasi intervento sulle loro terre. Tuttavia, molto società indigene non sanno di avere questo diritto e non parlano la lingua dei rappresentanti del governo o delle corporazioni che intendono sfruttare le loro risorse. Il lavoro della nostra Fondazione ha permesso a queste comunità di essere informate sui loro diritti e di poterli, dunque, esercitare per la prima volta.

Abbiamo anche altre collaborazioni puntuali con organizzazioni come Special Olympics, Les petits frères des Pauvres, Capacitar International, e molte altre.

Trommons lavora con volontari e un piccolo staff stipendiato grazie alle donazioni, è esatto?

Sì, i nostri finanziamenti derivano dalle donazioni dei membri della community della Rosetta Foundation e di compagnie che si occupano di traduzione, come  Conversis Global, Xlated, eWelocalize. Il motore fondamentale della nostra attività è l’inesauribile generosità dei nostri volontari, che donano il loro tempo e il loro talento giorno dopo giorno. La nostra attività sarebbe impensabile senza di loro.

Per chi ci lavora, come è un ambiente di lavoro prevalentemente composto da volontari?

È una sensazione bellissima e molto appagante! La maggior parte dei nostri volontari sono estremamente affidabili e accurati nel loro lavoro, e queste sono qualità che non diamo mai per scontato. Rispettiamo e in un certo senso ammiriamo i nostri volontari per il lavoro che fanno per noi, perché sappiamo che hanno altri lavori, famiglia e altri impegni lavorativi e non e, nonostante ciò, dedicano comunque una porzione anche importante del loro tempo libero ai nostri progetti.

Quali sono le prospettive per il futuro? 

Le nostre organizzazioni partner sono molto soddisfatte e grate per il nostro lavoro e per la qualità delle traduzioni fornite dai volontari. Le informazioni che rendiamo disponibili grazie alle traduzioni fanno veramente la differenza nella vita di moltissime persone. La realtà è che, però, quasi tre quarti della popolazione mondiale continua a non avere accesso alle informazioni di base nella propria lingua madre. La Rosetta Foundation continuerà a moltiplicare i suoi sforzi nel 2017 e oltre, perché l’accesso all’informazione è un diritto umano fondamentale e innegabile.