Il welfare sociale ed ambientale europeo dovrebbe accelerare e diffondersi al resto del pianeta, invece burocrati e politicanti europei lo stanno smantellando perché NON rappresentano il volere dei cittadini europei, essendosi prostituiti all’idolo di un mercato avido e sadomasochista. 

Chi ha a cuore il progresso sostenibile della vita e dell’umanità, compresi i popoli europei e nordamericani, parli ora e sempre più: dica chiaro e forte che il matrimonio Canada-UE (CETA) non s’ha da fare, prima che il Parlamento Europeo ratifichi codeste nozze incestuose, concordate il 30 ottobre fra i governi di Canada e UE.

E’ molto più facile rompere che costruire: questo vale certamente per la qualità di vita che gli europei hanno costruito per sè, per i loro discendenti e per l’ambiente che li ospita, con secoli di lavorìo costruttivo.

Oggi scade il termine per presentare emendamenti alla bozza di parere (contrario al CETA) che la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (ENVI) dovrà approvare entro il 12 Gennaio prossimo. Già la Commissione Lavoro (EMPL) ha solidamente motivato il proprio parere contrario al CETA. Ma la commissione direttamente responsabile è quella del Commercio Internazionale: lì  i globocrati hanno concentrato le loro prostitute, e quelle prostitute faranno la raccomandazione “pesante” al Parlamento Europeo perché ratifichi il CETA a Febbraio.
Perciò dobbiamo intensificare il nostro sostegno ai pochi che rappresentano davvero il nostro volere perché possano con-vincere i molti “distratti” o “fuorviati” o “venduti” che stanno a Bruxelles.

Ecco alcuni dei solidi motivi in base ai quali la Commissione Ambiente raccomanda di non ratificare il CETA:
– Il CETA non ha disposizioni vincolanti per il rispetto del principio di precauzione;
– Il CETA non ha disposizioni vincolanti per il rispetto degli standard ambientali;
– il CETA non si limita agli ambiti in cui le legislazioni sono molto simili, ma è onnicomprensivo;
– il CETA non rispetta il diritto alla regolamentazione degli Stati membri, anzi, contiene disposizioni che limitano la libertà dei governi in campi fondamentali come i servizi sanitari pubblici;
– il CETA indebolisce direttamente le leggi sugli OGM;
– il CETA non rispetta appieno la protezione delle indicazioni geografiche tipiche;
– il CETA non garantisce la riduzione degli antibiotici negli allevamenti;
– il CETA non promuove le energie rinnovabili e neppure la riduzione delle emissioni per gli autoveicoli;
– il CETA non rispetta gli 
impegni per il raggiungimento degli obiettivi climatici;
– il CETA include il meccanismo di risoluzione delle controversie ICS, che mina la sovranità degli Stati e dell’UE a vantaggio degli investitori. Infatti sono ben specificati i dispositivi che garantiscono agli investitori la facoltà di citare in giudizio gli Stati presso tribunali privati (sic!), ma non viceversa.

Il relatore della bozza di parere dell’ENVI, il belga Bart Staes (Verdi), sottolinea che il Canada ha già fatto causa all’Unione Europea e agli Stati Membri, in ambito WTO, per le leggi sugli OGM, per il divieto di somministrazione di ormoni ai bovini, per i prodotti ricavati dalla caccia alle foche e perfino sull’amianto. Inoltre il Canada ha sempre avversato le regole europee sulle sostanze chimiche, sui pesticidi e sull’etichettatura delle origini.

Ma il Canada non potrebbe nulla senza i complici europei. Ecco alcuni esempi:
Bart Staes accusa direttamente la Commissione Europea di aver minato alla base la direttiva sulla qualità dei carburanti, così spianando la strada al petrolio da sabbie bituminose del Canada.
Euractiv ha appena rivelato che il Ministro UE alla Salute, Vytenis Andiuakitis, lo scorso 13/7 in un incontro a porte chiuse rassicurò Stati Uniti e Canada che la nuova normativa sugli interferenti endocrini “tiene conto dei loro interessi”, abbandonando il principio di precauzione.
A tal proposito Vito Buonsante, avvocato di ClientEarth, dichiara: “La Commissione UE proclama di proteggere i cittadini europei e invece si scopre che protegge gli interessi dei partner commerciali nordamericani”.

Per vanificare le trame dei globocrati e dei loro complici europei, a cominciare da quelli che si annidano anche nella Commissione Ambiente, la campagna Stop TTIP Italia invita ad aumentare la pressione sugli eurodeputati di quella Commissione chiedendo loro di approvare la bozza di parere predisposta dal relatore Bart Staes, e di chiedere alla plenaria di respingere l’accordo.
A tale scopo la campagna Stop TTIP Italia pubblica i loro nomi e i loro contatti.

Presidente:
Giovanni La Via (PPE) giovanni.lavia@europarl.europa.eu +32(0)2 28 45217

Circoscrizione nordoccidentale (Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Lombardia):
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