Al Villaggio beduino di Khan Al-Ahmar l’attività didattica è ripresa con due settimane di anticipo. La Scuola di Gomme, realizzata dall’Ong Vento di Terra, rischia di essere rasa al suolo. Sostenuta negli anni dalla diplomazia internazionale e in particolare dalle Agenzie ONU, è divenuta un simbolo del diritto alla studio e dei diritti delle comunità beduine palestinesi residenti nell’Area C della Palestina, occupata militarmente da Israele.

Si tratta di una struttura che per caratteristiche costruttive e materiali utilizzati è considerata un modello di architettura bioclimatica.

Progettata dallo studio Arcò di Milano senza fondamenta e con pneumatici usati, per fare fronte alla proibizione delle autorità israeliane di realizzare costruzioni in muratura nell’area C, dal giorno della sua fondazione è stata comunque sotto ordine di demolizione ed ha subito numerosi assalti dal movimento dei coloni quale “minaccia all’esistenza dello Stato di Israele”.

La Corte Suprema Israeliana si è espressa nel 2014 invitando le parti a trovare un accordo e ribadendo il valore sociale della struttura. Il prossimo 14 settembre l’esecutivo israeliano presenterà alla Corte Suprema israeliana la propria posizione in merito alla demolizione richiesta dai coloni.

Nella stessa zona, non sono state realizzate strutture per la popolazione palestinese, mentre continua a crescere e ad ampliarsi la colonia di Ma’ale Adumim, la cui costruzione ha significato il trasferimento e l’evacuazione della popolazione beduina che viveva su quel terreno. Si tratta infatti di una zona considerata strategica dai militari israeliani, che vorrebbero usarla per completare il Muro dell’Apartheid, separando in due tronconi ciò che rimane dei Territori Palestinesi.

Il plesso di Khan Al-Ahmar – realizzato nel 2009 dalla Ong italiana Vento di Terra con il contributo della Cooperazione Italiana, della CEI e di una rete di Enti Locali lombardi – ospita 8 classi, per un totale di circa 200 minori. Minori che a causa delle limitazioni imposte dai militari e dell’isolamento dei villaggi dove risiedono non posseggono alternative reali e rischiano di perdere il diritto all’istruzione primaria.

Qualora si verificasse, si tratterebbe della seconda demolizione di una struttura realizzata dalla Cooperazione italiana in due anni, dopo lo spianamento nel luglio 2014 del Centro per l’infanzia di Um Al Nasser, anch’esso realizzato dalla Ong Vento di Terra, nella Striscia di Gaza.

La costruzione delle colonie, la deportazione dei residenti, la demolizione delle case, la realizzazione di infrastrutture militari e civili da parte della potenza occupante, rappresentano una grave violazione del Diritto internazionale.

Per questo, Vento di Terra Ong e AssopacePalestina hanno lanciano un appello a personalità del mondo della politica, della cultura e dell’arte per chiedere al Governo Italiano e all’Unione Europea di intervenire per la tutela dei diritti umani fondamentali, per il diritto all’istruzione delle comunità beduine, per la difesa della Scuola di Gomme, e perché i bambini di Khan Al-Ahmar possano avere un futuro.