La storia dei popoli indigeni di Roraima, lo Stato brasiliano più a nord, è marcata dalla lotta per il riconoscimento dei territori originari; una lotta durata più di trent’anni sia per le piccole estensioni che  per aree estese come São Marcos, Yanomami, Manoá-Pium, Jacamim e l’ultima, Raposa/Serra do Sol, omologata nel 2005. L’articolo 231 della Costituzione Federale, promulgata nel 1988, sancisce il diritto dei popoli indigeni a occupare i territori tradizionali; il riconoscimento di questo diritto ha orientato la lotta dei popoli indigeni. Molti leader sono stati assassinati per essersi opposti all’invasione delle terre e aver lottato contro i problemi che essa porta con sé, tra cui l’introduzione di bevande alcooliche, il traffico di droghe, la prostituzione, la denutrizione, le intimidazioni.

Il possesso permanente e l’usufrutto esclusivo delle terre sanciscono il diritto di espellere gli invasori. La Costituzione garantisce anche il diritto di mantenere organizzazione sociale, lingua, cultura, credenze, religione, usi, costumi. Parzialmente concluso, il processo di demarcazione delle terre ha avviato una nuova fase esistenziale per i popoli indigeni, portando con sé progressi nelle sfere della sanità,  educazione, cultura, sviluppo sostenibile. Ci sono, però, altri processi in andamento e nuove richieste di riconoscimento, come nel caso del villaggio Anzol, nella regione del Murupu, escluso dalla demarcazione della Terra Indigena Serra da Moça; la comunità sta affrontando seri problemi ma, pian piano, li sta anche sanando. L’articolo 231 della Costituzione dice che compete allo Stato demarcare, proteggere e far rispettare i beni delle terre tradizionalmente occupate dagli indios, ma la realtà è ben diversa. Nonostante i traguardi raggiunti, le aree indigene continuano a essere invase, specialmente nelle zone di frontiera con il Venezuela e la Guyana.

Stanchi di reiterare le proprie rivendicazioni allo Stato attraverso gli organi pubblici e indigenisti, i popoli indigeni hanno deciso di autorealizzare il controllo, la sicurezza e la protezione delle proprie terre. Da due anni in Roraima esiste il GAPI – Gruppo di Appoggio e Protezione agli Indigeni, creato per combattere la criminalità nei villaggi, e per fiscalizzare l’entrata di alcolici e di non-indios nelle aree indigene. A partire dall’attuazione del GAPI, le comunità hanno creato i propri gruppi di sicurezza, che sono formati da leader, giovani e donne. La prima comunità a creare il gruppo è stata quella di Canauanim, nella regione Serra da Lua, comune di Cantá, cui se ne sono aggiunti altri nella stessa regione, fino ad arrivare ad alcune comunità delle terre indigene São Marcos e Raposa/Serra do Sol. 
Sono gruppi o associazioni di sicurezza, fiscalizzazione e protezione territoriale, che vegliano anche sulla vita quotidiana dei villaggi, come richiesto dalle comunità stesse.

Alla fine del 2015, rappresentanti dei vari gruppi locali e del GAPI hanno partecipato a una riunione nella sede del CIR – Consiglio Indigeno di Roraima, alla quale sono intervenuti anche rappresentanti del Ministero Pubblico Federale, FUNAI – Fondazione Nazionale dell’Indio, Polizia Stradale Federale, Comando della Polizia Militare, Segreteria di Sicurezza Pubblica dello Stato di Roraima. Durante la riunione si è discusso della legalità di attuazione dei gruppi. D’accordo con l’articolo 231 della Costituzione e con la Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, agli indigeni sono riconosciuti l’organizzazione  sociale, costumi, lingue, credenze, tradizioni, così come l’autonomia; per cui l’attuazione dei gruppi e associazioni di sicurezza indigena può essere ampliata fino a raggiungere tutte le comunità, operando in collaborazione con la polizia della capitale e dei comuni, fermo restando che la legittimità del processo deve essere assicurata dalla Polizia Federale e dalla FUNAI, che sono organi di Stato.

Per fortificare e perfezionare la formazione dei vigilanti indigeni, dal 23 al 25 maggio 2016 nell’Accademia di Polizia dello Stato di Roraima, in Boa Vista, si è tenuto il corso  “Procedimenti di Polizia Comunitaria nelle Comunità Indigene di Roraima”. Vi hanno partecipato 180 indigeni, fra cui leader, donne, giovani, membri dei gruppi o associazioni già costituiti. Erano presenti indios provenienti dai villaggi Canauanim, Pium, Cachoeirinha do Sapo, Manoá, Cumaru, Novo Paraíso, Moscou, Alto Arraia, Jabuti, Vista Alegre, Milho, Darora, Banco. Frutto della collaborazione avviata  tra il GAPI, i gruppi e associazioni locali, e l’Accademia di Polizia dello Stato di Roraima che ha fatto sua l’iniziativa di formare i vigilanti indigeni, il corso ha proporzionato conoscenze basiche sull’attuazione della polizia comunitaria, affrontando argomenti quali: la polizia comunitaria come filosofia di un lavoro integrato, la comunità come luogo privilegiato, procedimenti tecnici e tattici per l’approccio da parte della comunità  alle azioni di polizia, relazioni umane, le reti sociali come obiettivo delle azioni comunitarie, dottrina comunitaria e istituzionale, consigli comunitari di sicurezza pubblica, rilevamento e  risoluzione dei problemi. L’ultimo giorno c’è stata una lezione sulla violenza contro le donne.  Uno dei principali argomenti di discussione è stata la creazione dei Consigli Comunitari, questione che sarà discussa e approfondita nelle comunità stesse. Le lezioni sono state impartite da professori, sergenti e delegati di polizia dell’Accademia, per un totale di 20 ore.

Il vigilante Cleber da Silva, del villaggio Banco, ha detto che il corso lo ha messo in condizione di capire meglio i problemi che sorgono all’interno della comunità, e che metterà la propria al corrente di quanto ha appreso, soprattutto in relazione all’entrata di alcolici e degli invasori. La leader comunitaria di Alto Arraia, Corina Gomes, ha detto che, grazie alle informazioni ricevute, tutti loro saranno più preparati a operare all’interno delle proprie comunità, e ha ricordato che il traguardo raggiunto è frutto della lotta travata dai leader indigeni per la demarcazione delle terre. Il CIR attua in 235 comunità, nel rispetto dei regolamenti interni stilati dalle comunità stesse; il suo coordinatore generale, Mario Nicacio, che coordina anche il comitato gestore del piano    PNGATI – Politica Nazionale di Gestione Ambientale e Territoriale delle Terre Indigene, ha riaffermato che l’organizzazione è favorevole alla creazione dei Consigli Comunitari, anche in considerazione del fatto che realtà simili già esistono in altri due Stati, cioè Bahia e Mato Grosso do Sul. Nicacio ha aggiunto che l’iniziativa è importante, ma è indispensabile creare un tavolo di discussione con le istituzioni, dal momento che si tratta di politica pubblica. Il coordinatore del GAPI, Jorge Pereira, ha ricordato che il lavoro ha avuto inizio in forma del tutto volontaria, senza alcun tipo di appoggio, ma che l’articolazione con istituzioni e organizzazioni non potrà che migliorarlo. Oltre che alla formazione degli agenti di sicurezza, l’addestramento è servito per far giungere le istanze indigene al governo, stimolando così il dialogo fra Stato, popoli e organizzazioni indigene. D’accordo con i leader coinvolti nella formazione dei vigilanti, il corso ha rappresentato un passo importante verso la consolidazione del  meccanismo dell’autonomia nel controllo e salvaguardia dei territori indigeni.

Loretta Emiri

(Fonte delle notizie e foto: CIR – Consiglio Indigeno di Roraima)