Intervista a Konstantin Demeter, Membro del Comitato dell’iniziativa Moneta Intera e coordinatore per il Canton Ticino dell’Associazione MoMo (Modernizzazione Monetaria).

 

Modernizzare la moneta… se lo dicono gli Svizzeri, vuol dire che ce n’è davvero bisogno?

I campi dell’economia e della finanza sono diventati sempre più aggrovigliati ed allo stesso tempo sempre più a vantaggio di pochi che, tramite falsi profeti con un linguaggio vieppiù criptico e la creazione di prodotti finanziari sempre più complessi, si sono appropriati della “conoscenza” ed hanno imposto delle nuove regole a scapito della collettività. Il metodo usato non è dissimile da ciò che per secoli fece la Chiesa, ed in effetti sotto vari aspetti l’economia è diventata oggi una sorta di religione. Ma non lasciamoci scoraggiare; come per la spiritualità neppure per l’economia abbiamo bisogno di intermediari. Possiamo dissolvere la fitta nebbia criptica innanzitutto partendo, appropriatamente, dalla genesi e ponendoci quindi la semplice domanda: chi crea il nostro denaro? Nella zona Euro circa l’82% del denaro in circolazione viene creato dalle banche private concedendo crediti o effettuando investimenti, in Svizzera circa l’88%. Gran parte della popolazione non è al corrente di ciò, il che ha conseguenze molto gravi in un sistema democratico e capitalista, dove il denaro assume un ruolo centrale e deve costantemente essere rincorso dalla maggioranza dei cittadini. Perciò tocca ai cittadini prendere decisioni politiche in merito.

 

Quindi voi avete pensato di creare una Associazione specificamente dedicata a ciò?

Nel 2011 in Svizzera è stata creata l’Associazione Modernizzazione Monetaria (MoMo) con l’obiettivo di lanciare un’iniziativa popolare mirata a rimettere l’emissione di denaro in mano pubblica. Dopo tre anni di intensivi preparativi, a giugno 2014 abbiamo potuto lanciare la raccolta delle firme per l’iniziativa Moneta Intera. In Svizzera lo strumento di democrazia diretta dell’iniziativa popolare richiede la raccolta di 100‘000 firme entro 18 mesi. Se ciò riesce si avrà una votazione popolare. Se oltre il 50% dei votanti e oltre il 50% dei Cantoni la approvano, l’iniziativa viene accettata. A dicembre 2015 abbiamo raggiunto la prima pietra miliare consegnando alla Cancelleria Federale oltre 110‘000 firme. Il popolo svizzero potrà quindi decidere in votazione il suo sistema monetario.

 

In sostanza che cosa proponete?

Il testo di Costituzione proposto dall’iniziativa Moneta Intera comprende diversi nuovi Articoli, ma due sono quelli essenziali:

Art. 99.2: “Soltanto la Confederazione emette monete, banconote e moneta scritturale come mezzi legali di pagamento.”

Art. 99a.3 (Banca Nazionale Svizzera): “Nellʼambito del suo mandato legale, mette in circolazione denaro di nuova emissione, non gravato da debito, tramite la Confederazione, i Cantoni, oppure tramite la distribuzione diretta ai cittadini. Inoltre può concedere alle banche prestiti a tempo determinato.”

 

Perché la vostra iniziativa si chiama Moneta Intera?

Con l’iniziativa Moneta Intera anche il denaro scritturale diverrebbe per legge un vero mezzo legale di pagamento a pieno titolo, cosa che oggi non è. Tutto il denaro, anche quello elettronico (o scritturale), verrà emesso dalla Banca Nazionale Svizzera esente da debito e non gravato da interessi. In questo modo, a seconda della crescita economica, i cittadini riceverebbero un utile annuo di 5-10 miliardi di franchi svizzeri, corrispondente alla somma di nuovo denaro emesso, oltre a circa 300 miliardi nel lasso di circa 10-15 anni, derivanti dalla conversione in moneta intera dell’attuale denaro in circolazione. Mentre oggi quasi tutto il denaro, a parte le monete metalliche che in Svizzera costituiscono circa lo 0.5 % del denaro circolante, è emesso da banche private ed entra in circolazione come debito. È quindi denaro “viziato all’origine”, “non intero”. Ci ritroviamo nella situazione assurda nella quale dobbiamo costantemente indebitarci per avere sufficiente denaro in circolazione.

 

Quindi le banche diventerebbero dei semplici intermediari, come abbiamo sempre creduto che fossero? Quali altri vantaggi porterebbe la vostra riforma?

Giusto, le banche diverrebbero puri intermediari. Non potrebbero più creare denaro per conto proprio. Un altro vantaggio essenziale è che un sistema di moneta intera sarebbe a prova di crisi: siccome i conti correnti verrebbero tenuti esternamente ai bilanci delle banche, in caso di fallimento di una banca questo denaro non rientrerebbe nella massa fallimentare e sarebbe quindi sicuro come in cassaforte. I conti verrebbero semplicemente trasferiti ad un’altra banca. Poiché con ciò anche il traffico dei pagamenti rimane garantito, non ci saranno più né banche “too big to fail”, né “bailout” né “bail-in”. Quindi anche qualche termine criptico e qualche anglicismo in meno.

Un ulteriore vantaggio consiste nell’evitare bolle speculative. Oggi gran parte del denaro emesso dalle banche private non va nell’economia reale ma nei mercati finanziari dove nutre le bolle speculative. Sottraendo il carburante di denaro autoprodotto per conto proprio, queste bolle non saranno più possibili.

La moneta intera porterebbe inoltre alla riduzione dei cicli congiunturali, dato che finalmente la Banca Nazionale sarebbe in grado di controllare direttamente la massa monetaria invece che reagire inefficacemente, come oggi, alle eccessive espansioni o contrazioni della massa monetaria da parte delle banche private. La massa monetaria resterebbe stabile perché il denaro non scomparirebbe più, come accade oggi, alla restituzione dei crediti ma resterebbe in circolazione.

 

Quindi con Moneta Intera le cose dovrebbero andare molto meglio per tutti?

Le implicazioni del modo nel quale il denaro entra in circolazione sono molto profonde e vaste e includono persino l’ecologia. L’attuale sistema monetario basato sul denaro emesso come debito causa una costante pressione di crescita, con le rispettive conseguenze per l’ambiente. Le imprese sono costrette ad indebitarsi e dipendono perciò da investitori che hanno alte aspettative di reddito e quindi spingono alla costante crescita. In Svizzera dal 1990 ad oggi la massa monetaria è aumentata mediamente di circa 8% all’anno, mentre l’economia è cresciuta solo di 1,4%, creando una eccessiva pressione sull’economia. Ma un mondo finito non può sostenere un’economia in costante crescita forzata. Siccome la moneta intera invece entrerebbe in circolazione senza che nessuno abbia dovuto indebitarsi, il capitale proprio delle imprese, delle istituzioni statali, e dei privati aumenterebbe, rendendoli meno dipendenti da investitori. Siccome la BNS potrebbe inoltre controllare la massa monetaria, si ridurrebbe tale pressione.

Non da ultimo il sistema monetario ha implicazioni sulla ridistribuzione. L’espansione del divario tra ricchi e poveri è inerente al sistema attuale, poiché gli interessi sul capitale in circolazione fluiscono principalmente verso patrimoni monetari già esistenti. La moneta intera non abolirebbe l’interesse: le banche resterebbero incaricate della concessione di crediti, oltre che della gestione patrimoniale e del traffico dei pagamenti, ma solo con denaro che posseggono realmente o che hanno ottenuto in prestito. Emettendo tutto il denaro esente da debito e non gravato da interessi all’atto di emissione, verrebbe eliminato il primo passo dell’accumulazione di interessi sul capitale sgravando i cittadini di miliardi e riducendo così anche l’interesse degli altri passaggi.

 

La Moneta Intera risolverebbe tutti i problemi del mondo?

La Moneta intera avrebbe molti vantaggi ma non sarebbe una panacea per tutti i problemi. Sarebbe però un primo passo essenziale affinché anche altre misure economiche, sociali ed ecologiche possano veramente essere efficaci. È certo che senza un sistema di moneta intera non potremo mai sdebitarci, mai avere denaro sicuro, mai avere una società equa e mai avere un’economia sostenibile.

 

Secondo lei c’è una opposizione da parte di certi ambienti?

Certo, ma speriamo che i votanti elvetici non si lascino spaventare dagli spauracchi degli avversari che vogliono mantenere questo sistema e sappiano riconoscere i benefici di questa riforma che anziché favorire gli interessi di pochi a scapito dei molti benficerà la stragrande maggioranza della collettività.

 

Allora torniamo alla domanda di partenza: toccherà giustamente alla Svizzera delle banche raddrizzare questo sistema finanziario globale così perverso?

Toccherà alla Svizzera dei Cittadini! Non è per niente esagerato definirlo un evento storico di rilevanza mondiale. Oltre ai molteplici vantaggi che comporterebbe una tale riforma, avremmo pure finalmente un sistema monetario comprensibile a chiunque. Speriamo in tal modo di poter stimolare anche gli altri movimenti internazionali di riforma monetaria, cosicché gli effetti positivi possano creare sinergie.