Le coste calabresi nella mattina del 30 Marzo 2016 hanno ridato vita alla macchina dell’accoglienza mettendo in atto le proprie forze con il battesimo del molo, accogliendo nuovamente persone alla ricerca di un sogno. Il giorno precedente una imbarcazione sembra sia stata intercettata al largo delle acque territoriali italiane da un elicottero della Frontex (Agenzia europea delle polizie di frontiera e immigrazione, avvalendosi del supporto di aerei ed elicotteri francesi, tedeschi ed olandesi).  Tecnici e prefettura si sono visti allertare alle prime ore dell’alba indicando l’arrivo di alcune motovedette per il trasporto di circa 400 persone, per la maggior parte di provenienza  eritrea, approdate poi al porto di Crotone per un totale di  323 profughi di cui 191 uomini, 87 donne, 45 i minori di età compresa tra i 14 e 17 anni di cui 28 non accompagnati originari della zona sub sahariana, egiziana ed eritrea.

I minori sono stati affidati in parte ai servizi sociali della zona, mentre gli altri bambini si trovano ad oggi all’interno di una delle strutture gestite dalla Croce Rossa di Crotone.

Degli scafisti ancora oggi nessuna notizia, probabilmente il natante, come accade spesso in questi casi, è stato abbandonato dagli stessi che si occupavano del trasporto riuscendo a far perdere le proprie tracce grazie ad una imbarcazione più piccola, non intercettabile dai radar della Marina Militare. Le motovedette italiane si sono occupate del trasporto a terra dei profughi facendo da spola caricandone 50 per volta. La Croce Rossa di Crotone e le altre associazioni compresa la prefettura si sono occupati dell’accoglienza distribuendo i kit di prima emergenza. Fonti ufficiali dichiarano che sono stati segnalati solo malori causati dalla navigazione.

Chi si occupa da anni oramai dell’accoglienza pur essendo sempre pronto tiene a rammentare ancora oggi che il problema maggiore recato da queste situazioni resterà sempre il riconoscimento dell’identità di chi approda sulle nostre coste, non essendo tutelati a monte da una legge in grado di salvaguardare soprattutto i minori non accompagnati e sprovvisti di documenti.