“Scrivere non significa trasformare il reale in parola, ma far sì che la parola diventi reale.”

Augusto Roa Bastos, scrittore paraguaiano, che chiamò il suo paese una isola circondata da terra.

Il processo ai campesinos, accusati ingiustamente del massacro di Curuguaty, avvenuto il 15 giugno 2012, è continuato durante il mese di gennaio ad Asunción, Paraguay. Da quando è iniziato, il luglio scorso, vi sono state oltre una ventina di interruzioni. Riprenderà il 3 febbraio prossimo.
Crescono anche le prese di posizioni di organizzazioni politiche e sociali che dichiarano che il processo andrebbe annullato e gli imputati liberati. Le ragioni sono state enunciate, incluse le contraddizioni dei testimoni, in vari articoli apparsi su Pressenza, i cui links sono indicati a fine di questa nota.
Un’ ultima riunione per l’annullamento del processo si è svolta ad Asunción il 9 gennaio, con una grande partecipazione che riflette il sentimento della maggior parte dei paraguaiani che respingono l’evidente ingiustizia, in corso, contro innocenti.
Il movimento per l’annullamento non è solo nazionale, ma internazionale. Fra le tante prese di posizione va segnalato l’ impegno di Movimento 138, (movimiento138.blogspot.com), collettivo di resistenza culturale argentino e di Somos Observadores De Curuguaty, (www.somosobservadores.org),che segue giornalmente il processo, denuncia le irregolarità e raccoglie adesioni internazionali.

Per sostenere l’azione per l’annullamento del processo  è opportuno rilanciare in Italia, aggiornandolo, un appello del giugno 2014 che ha visto aderire tra altri, Hugo Blanco Galdós, direttore di Lucha Indigena, Jorge Agurte, direttore di Servindi, Marcelo Martinessi, regista, Alessandra Kersevan, storica, Lidia Menapace, dell’ANPI, Antonio Moscato, docente universitario, Aldo Zanchetta, scrittore.
.L’ appello verrà pubblicato, in italiano e in spagnolo, su Pressenza entro breve e verrà diffuso ed inviato all’Ambasciata e ai consolati del Paraguay in Italia, all’Ambasciata e ai consolati in Paraguay, a giornali e media italiani, come il Manifesto, a Oxfam, a Movimiento 138, a Somos Observadores de Curuguaty, a Paraguay Resiste di Barcellona e ad altri movimenti ed organizzazioni, nazionali ed internazionali.
Il fatto più eclatante avvenuto ultimamente è stata la nomina, il 22 gennaio, del procuratore generale Jalil Rachid, a viceministro della Sicurezza. Chi è Jalil Rachid, una figura rappresentativa del livello di sottomissione del potere giudiziario agli interessi economici e politici del potere dell’oligarchia paraguaiana, è stato raccontato in note precedenti pubblicate su Pressenza. È il protagonista principale della montatura giudiziaria contro i campesinos di Curuguaty. Jalil Rachid, il 22 gennaio, si presentò con a fianco del Ministro dell’Interno, Francisco de Vargas, che ha affermato che la nomina è avvenuta su una sua proposta che riconosce i meriti professionali del procuratore.   Altro che meriti professionali, quelli di Jalil Raschid, questi è stato premiato per il lavoro sporco fatto contro i campesinos e la dice lunga sull’ azione del governo di Cartes per condizionare il risultato del processo. Il governo di Cartes è quello degli sfruttatori dei settori dei settori agro esportatori, dei latifondisti, degli impresari speculativi, tutti nemici di uno sviluppo nazionale, economico e sociale, che favorisca il popolo paraguaiano. Il massacro, organizzato da servizi speciali, servì a rovesciare il governo di Lugo e ad aprire la strada che, dopo Franco, portò Cartes al potere.

Per avere un’informazione generale sul massacro di Curuguaty segnalo i links con i quattro articoli precedentemente pubblicati su Pressenza.

www.pressenza.com/…/curuguaty-una-ferita-nelle-vene-aperte-dellameri… del 21.05.2015

www.pressenza.com/it/2015/07/bergoglio-e-curuguaty-in-paraguay/ del 12.07. 2015

www.pressenza.com/…/massacro-di-curuguaty-ennesimo-atto-di-una-tra… del17.10. 2015

www.pressenza.com/it/2016/…/paraguay-il-processo-curuguaty-va-avanti…18.01. 2016