• Yanis Varoufakis, ex Ministro delle Finanze greco, si è lanciato nella formazione di un movimento politico paneuropeo, denominato DiE.M.25, Democrazia in Europa. Movimento 2025 
  • Sarà presentato a Berlino il 9 febbraio
  • Conterà su Ada Colau, una dei leader europei contrari alle politiche di austerità 

Da quando lo scorso luglio Varoufakis si è dimesso da Ministro delle Finanze di Tsipras per non intralciare un accordo della Grecia con l’Europa – secondo quanto detto allora – ma in realtà perché non era d’accordo – come ha riconosciuto in seguito – con la resa del governo greco alle richieste della Troika, si è saputo poco dei progetti di questo ministro che ha fronteggiato chi ha poi imposto un terzo riscatto alla Grecia, con condizioni peggiori di quelle iniziali.

E ora l’economista greco ha annunciato la presentazione del progetto paneuropeo DiE.M 25 o Democrazia in Europa. Movimento 2025.

Nella bozza del progetto il titolo è molto chiaro: DiE.M. 25 L’Unione Europea si democratizza o si disintegra. E la frase seguente è ancora più contundente: Missione: democratizzare l’Europa o abolire l’Unione Europea.

Il documento-bozza di 6 pagine si può trovare nel blog di Varoufakis, analizza la situazione in Europa ed espone ciò che si vuole fare.

Il progetto punta a raggiungere i suoi obiettivi nel 2025 (da qui il nome del movimento). Dieci anni per trasformare l’Europa di “noi, i tecnocrati” e “noi, i governi” in quella di “noi, i popoli d’Europa”.

Un movimento con una nuova sensibilità

Secondo alcune dichiarazioni dello stesso Varoufakis, l’obiettivo è unire la sinistra europea. Alcuni hanno già manifestato il loro interesse per questo movimento: in Spagna  lo hanno fatto alcuni militanti della vecchia politica, come Izquierda Unida, o altri che fanno parte delle Maree, simboli delle nuove forme di lavoro nella base sociale.

Sotto altri punti di vista e secondo il linguaggio, la sensibilità di parte del documento e alcuni esempi utilizzati, quello che si cerca è un progetto che va molto oltre. Non solo nasce già transfrontaliero e dunque all’altezza del momento storico che viviamo, ma si appoggia anche ad altri tipi di valori, che superano le vecchie destre e sinistre. Va molto oltre i temi politici ed economici, pone la vita e la libertà delle persone come i punti più importanti, considera fondamentale la democrazia reale e partecipativa, nasce dalla base sociale e sostiene la libertà di espressione, l’arte, eccetera.

A pagina 5 del Manifesto per Democratizzare l’Europa si dice:

Ci sentiamo ispirati da un’Europa della ragione, della libertà, della tolleranza e dell’immaginazione, possibili grazie alla trasparenza integrale, alla solidarietà reale e all’autentica democrazia. 

Aspiriamo a:

  • un’Europa Democratica,in cui l’autorità politica derivi dai popoli europei sovrani
  • un’Europa Unita, i cui cittadini abbiano tanto in comune sia tra le nazioni, ​ sia dentro di esse
  • un’Europa Decentralizzata, che utilizzi il potere centrale per massimizzare la democrazia nei luoghi di lavoro, nei piccoli centri, nelle città, nelle regioni e negli stati
  • un’Europa Sociale, che riconosca non solo la libertà dall’ingerenza, ma anche i beni fondamentali che rendono l’individuo libero dalla povertà e dallo sfruttamento 
  • un’Europa Plurale nelle sue regioni, etnie, religioni, nazioni, lingue e culture 
  • un’Europa Trasparente, in cui tutte le decisioni vengano prese sotto gli occhi dei cittadini 
  • un’Europa Colta,che sfrutti la diversità culturale e celebri non solo il suo inestimabile patrimonio, ma anche il lavoro degli artisti, musicisti, scrittori e poeti dissidenti
  • un’Europa Realista, che faccia il miglior uso dei mezzi disponibili 
  • un’Europa Produttiva, che diriga gli investimenti verso una prosperità verde condivisa 
  • un’Europa Tecnologica, che ponga le nuove tecnologie al servizio della solidarietà 
  • un’Europa con una visione storica, che cerchi un futuro luminoso senza nascondersi dal suo passato 
  • un’Europa Creativa, che liberi il potenziale innovatore dell’immaginazione dei suoi cittadini

Ada Colau, sindaco di Barcellona, fa parte del progetto

Si è saputo che il sindaco di Barcellona, Ada Colau, fa parte del progetto e avrà un importante ruolo nella sua presentazione e nel movimento.

Per Varoufakis Ada Colau è un esempio per l’Europa.  In un’intervista concessa al giornale spagnolo El Pais  ha dichiarato: “Ada Colau è un esempio di quella parte della politica che non si è lasciata divorare dal predatore… E’ importante, un esempio per l’Europa. Ha dimostrato che si può fare politica fronteggiando in modo razionale il potere economico.”

Il 14 ottobre il sindaco di Barcellona lo aveva già detto in qualche modo nel suo profilo Twitter​:

 Colau e Varufakis

Trobada amb @yanisvaroufakis per parlar de Ciutats i Democràcia. Una altra Europa és possible i la farem des de baix (Incontro con Yanis Varoufakis per parlare di città e democrazia. Un’altra Europa è possibile e la faremo dal basso).

Ora la dichiarazione di Ada Colau prima delle elezioni municipali da lei vinte acquista un altro senso. Alla domanda sulla sua posizione rispetto alla possibile indipendenza della Catalogna aveva risposto: “Non lotto per l’indipendenza, né catalana, né spagnola. Sono qui per superare le frontiere, perché esistono solo per i poveri”.

Sembra inoltre che siano coinvolte nel progetto figure politiche di diversi paesi che si sono opposte alle politiche imposte dalla Germania.

Simbolismo nella presentazione di DiEM 25

La presentazione del 9 febbraio si terrà a Berlino, nel cuore della Germania, da dove si dettano le politiche che provocano tante sofferenze alle popolazioni europee, soprattutto quelle dei paesi del Sud, nel Teatro Volksbühne (che significa “Scenario del Popolo”). Un teatro dedicato ad autori alternativi che si trova in piazza Rosa Luxemburg. Come si può vedere tutto questo ha un alto valore simbolico.

Secondo dichiarazioni dello stesso Varoufakis, la presentazione era prevista per lo scorso novembre, ma gli attentati di Parigi hanno causato un rinvio, per la gravità degli avvenimenti e anche per evitare che la notizia passasse inosservata.

Non sappiamo​ se questo sarà l’inizio della vera costruzione dell’Europa dei Popoli – così ingiustamente rinviata – e il preludio della tanto anelata Nazione Umana Universale, ma è un tentativo che vale la pena di fare.

Traduzione dallo spagnolo di Claudia Calderaro