Un piano congiunto per lo sviluppo economico-sociale di una regione di frontiera è stato presentato oggi, nella cittadina di Moyale, dal capo di Stato keniano Uhuru Kenyatta e dal primo ministro etiopico Haile Mariam Desalegn.

Gli interventi sono promossi e sostenuti dalle Nazioni Unite, dall’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), dai governi nazionali e dalle amministrazioni regionali, in particolare della contea keniana di Marsabit e della provincia etiopica di Borana. Previsti, in un’ottica di crescita economica e sociale, incentivi alle società private disposte a investire. Lo scopo dichiarato dell’iniziativa è “ottenere il cambiamento attraverso risposte strategiche e integrate”.

In passato scontri legati al controllo delle risorse naturali e alla transumanza hanno causato al confine tra Kenya ed Etiopia centinaia di vittime. Nell’area sono attivi anche i militanti del Fronte di liberazione oromo (Olf), un gruppo armato in lotta contro il governo di Addis Abeba. La regione è di interesse strategico anche alla luce della prevista apertura di un corridoio infrastrutturale che dovrebbe collegare i giacimenti di greggio del Sud Sudan a Lamu, porto keniano in riva all’Oceano Indiano.

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