La spirale guerra-terrorismo, da tempo preconizzata e stigmatizzata dalle forze più avvertite del panorama civile ed intellettuale italiano ed europeo, è entrata prepotentemente nel cuore dell’Europa. E’ una spirale che miete morte e distruzione, diffonde allarme e panico nelle nostre strade e nelle nostre città, alimenta a sua volta, come in un perverso corto-circuito, il circolo vizioso dell’isteria xenofoba ed anti-islamica e della reazione poliziesca e sicuritaria. Ciò che va contrastato sono, al tempo stesso, il dilagare del terrorismo, del fanatismo e dell’oscurantismo e la minaccia della regressione della democrazia, dell’inibizione della libertà e della restrizione della convivenza.

Il primo pensiero va, naturalmente, alle vittime e a quanti sono stati colpiti nelle stragi di Parigi: 129 morti, 352 feriti, di cui un centinaio, nel momento in cui scriviamo, versano in gravissime condizioni; tra le vittime, 89 solo nella storica sala concerto del “Bataclan”, dove le vittime sono state letteralmente sequestrate, colpite e decimate, una dopo l’altra; mentre, quasi contemporaneamente, altri attentati e nuove morti si consumavano, prima, allo “Stadio di Francia” e alla “Belle Équipe”, e, dopo, al “Comptoir Voltaire” e ad un “Mc Donald’s”. Tre commando terroristici, armati e coordinati al punto tale che qualcuno ha riferito dessero l’impressione di essere «commando delle forze speciali», hanno agito in maniera esecrabile e pianificata, colpendo luoghi di socializzazione, non di meno simbolici, per la Francia e per l’Europa.

Non è la prima volta che il terrorismo mostra, ferocemente, la propria geometrica capacità di colpire, miscelando brutale violenza ed accurata pianificazione di tattiche militari ed obiettivi politici. Dopo le Torri Gemelle, gli attentati di Londra e Madrid, il massacro di Charlie Hebdo e la strage del Bardo, le bombe contro la più recente manifestazione democratica e pacifista di Ankara, il terrorismo si afferma sempre più come altra faccia della guerra ed apoteosi della violenza, in una spirale che, non casualmente, dopo la strage di Charlie Hebdo e contro il Bataclan che ancora portava in bella vista il suo «Je suis Charlie Hebdo», si scaglia ancora una volta contro la Francia: la Francia della laïcité e delle banlieue in fiamme, la Francia del “multiculturalismo fallito” e delle aggressioni ai Paesi Arabi e del Medio Oriente, Mali, Libia, Siria, in primo luogo.

Non solo è necessario reagire al dolore, alla disperazione ed al trauma. E’ doveroso rispondere affinché, come tante volte siamo stati costretti a ripetere, mai più luoghi della memoria diventino ancora memoriali di morte e una volta per sempre la spirale della guerra e del terrorismo sia interrotta e spezzata dalla convivenza e dalla reciprocità.

Affermare il diritto e la giustizia contro le dinamiche della sopraffazione e la logica del predominio. Realizzare mutualismo e cooperazione che non siano più neo-coloniali ma effettivamente paritari. Concepire la risposta politica e la risposta militare non come reciprocamente intercambiabili, ma come mutuamente escludenti, nella ricerca di soluzioni alle controversie internazionali, e schierarsi senza esitazioni con il dialogo e la politica, contro le armi e la violenza. Inibire il traffico delle armi e il contrabbando che alimenta i signori della violenza e della barbarie.

Porsi a fianco delle vittime della guerra e della violenza e rispettare la libertà dei popoli e il diritto alla autodeterminazione, le memorie sociali e culturali che popoli e comunità esprimono in ogni tempo e in ogni luogo. Corpi di interposizione e Corpi di pace, civili, disarmati, nonviolenti, ritiro dagli scenari di guerra e ripristino di condizioni di dialogo, di interazione e di amicizia, verso Sud e verso Est. Sono, troppo spesso, le nostre guerre, i nostri colonialismi e i nostri stereotipi, ad alimentare, da una sponda all’altra del Mediterraneo, miseria, solitudine, rabbia.

Un’occasione per confrontarsi su nuove idee di relazione e nuovi spazi di convivenza per la pace si terrà, già il prossimo lunedì 16 novembre, presso la Chiesa del Purgatorio ad Arco, a Napoli, nella conferenza per la Giornata della Tolleranza: www.facebook.com/events/960045054069615