“I media sono un’arma di guerra ideologica riposizionati in America Latina dove è stato messo in moto un Piano Condor della comunicazione” ha dichiarato il filosofo messicano Fernando Buen Abad.

Il filosofo, che è anche semiologo e scrittore, ha affermato, nel corso di dichiarazioni rilasciate al Diario Contexto di Buenos Aires, e riportate da Prensa Latina, che nel quadro del mega-progetto degli Stati Uniti sono comprese basi militari e mediatiche sul continente, ecco perché la comunicazione è diventata un problema di sicurezza regionale.

Ha ricordato che durante questo secolo, in America Latina sono avvenuti cinque colpi di stato i cui pilastri furono le strutture dei monopoli mediatici che hanno dimostrato la loro capacità di organizzazione nel modo più veloce e onnipresente.

D’accordo con altri esperti, Buen Abad ha sottolineato come le basi militari in America Latina abbiano prodotto metastasi e come gli Stati Uniti ora pretendano di espandere il proprio cerchio di sicurezza all’intera area al fine di espandere il proprio progetto di mercato.

L’intenzione di mantenere gli oltre 500 milioni di latinoamericani schiavi del mercato, sostiene, è l’asse portante del Piano Condor per la comunicazione, piano che viene ad aggiungersi al sistema tradizionale di controllo della resistenza attraverso lo sbarco di forze militari.

L’ariete, la punta avanzata di tutto ciò, sono i mezzi di informazione. Si tratta di cominciare a definire tutti coloro che sono lì dei dittatori, convincere il mondo che qualcuno deve fare qualcosa, in modo che il giorno in cui questo si verificherà tutti applaudiranno e diranno “finalmente, hanno eliminato il dittatore”, ha dichiarato secondo quanto riportato da Prensa Latina.

“Questa formula è quella che viene applicata a Nicolas Maduro e che è stato applicata a Chavez. La formula che viene applicata anche a Evo Morales, Daniel Ortega, Rafael Correa, Raul Castro, Dilma Rousseff e Cristina Fernandez”, ha aggiunto.

Durante questa conversazione, che andrà a far parte di un libro sui pensatori di Nuestra America, ha fatto riferimento al ruolo della Società Interamericana di Stampa (SIP) e alla sua storia piena di terrificanti incursioni anche a livello individuale così come ai media che rappresenta e ai progetti che hanno in mente.

Tuttavia, ha ancora affermato, questa coalizione di società di stampa è solo come un operaio che fa cose orribili e non rappresenta che una parte di un mega-progetto. La SIP è un’istanza piuttosto piccola rispetto all’altro problema, il mega-progetto di dominazione mediatica globale, un progetto imperialista,

Ha inoltre sottolineato come ci siano schemi con un orientamento che “passa attraverso il gruppo Random della Colombia, dalla CNN negli Stati Uniti e che provengono dal gruppo Prisa dove si trovano i laboratori di guerra ideologica e psicologica più potenti al mondo”.

“Insieme alla lotta per il territorio è in atto una lotta semantica. Questo è quello che io chiamo il Piano Condor per la comunicazione, perché adesso le forze di repressione della comunicazione hanno una capacità di virulenza e di coordinamento più veloce”, ha ancora detto Buen Abad.

Fonte in spagnolo qui

Traduzione di Giuseppina Vecchia per Pressenza