La Metro IAF, il più antico e grande network di Community organizing degli Stati Uniti (si veda anche questo articolo), sta conducendo una delle campagne politiche più difficili per la cultura politica americana, quella per ridurre la violenza da arma da fuoco. Constatando la difficoltà di far approvare leggi che restringano la possibilità di detenzione di armi, ha individuato una strategie alternativa: utilizzare il potere d’acquisto dell’amministrazione pubblica per portare i produttori a modificare le proprie politiche industriali e lobbistiche.

La campagna IAF in questione ha una denominazione biblica, “Do not stand idly by” («Non restare con le mani in mano mentre viene sparso il sangue del tuo prossimo» Levitico 19:16). Circa un anno fa grazie all’Osservatorio OPAL di Brescia una delegazione guidata dal vescovo Douglas Miles della Chiesa Battista di Baltimora arrivò a Brescia fin dentro gli uffici della Beretta per consegnare una lettera in cui si chiedeva un incontro ai proprietari di uno dei maggiori esportatori di armi leggere verso gli USA (qui il video). La lettera è ancora senza risposta. Nell’articolo seguente di Joe Morris, community organizer di New Jersey Together e coordinatore della campagna, il punto su questa iniziativa.

Attraverso la sua campagna “Do not stand idly by”, Metro IAF sta spingendo i produttori di armi che servono il mercato degli Stati Uniti a produrre e distribuire armi in modo più responsabile. Anche senza alcuna legge approvata dal Parlamento, i produttori di armi possono fare molte cose per ridurre il numero di morti e di feriti con i loro prodotti, tra cui:

1)   Smettere di fare affari con i peggiori concessionari di armi, quelli che vendono il numero sproporzionato di armi che vengono poi utilizzate per attività criminali, quelli che abitualmente dichiarano pistole perse o rubate, quelli che non hanno una formazione o standard adeguati per i propri dipendenti. In molti settori, i produttori chiedono ai loro distributori locali di soddisfare determinati standard. I produttori di armi non lo fanno. Dicono che non hanno bisogno di propri standard, che il governo degli Stati Uniti definisce gli standard per i concessionari di armi. Ma grazie alla pressione esercitata da gruppi pro-armi finanziati dai produttori, questi standard sono troppo deboli per essere efficaci. Metro IAF chiede all’industria delle armi di autoregolamentarsi per sviluppare e far rispettare propri standard elevati per la condotta dei rivenditori.

2)   Portare la tecnologia della sicurezza delle armi sul mercato, in particolare le armi personalizzate, che sono armi con tecnologia di autenticazione utente integrata, le quali non possono essere utilizzate da persone non autorizzate. La maggior parte dei maggiori produttori di armi sono stati ostili a questa idea. Alcuni hanno accettato milioni di dollari in contributi pubblici per lo sviluppo della tecnologia per la personalizzazione delle armi, solo per poi abbandonarla. Negli ultimi anni, aziende più piccole hanno sviluppato armi personalizzate che sono pronte per la commercializzazione: ma i gruppi pro-armi stanno bloccando l’accesso al mercato di queste start-up. Metro IAF sta dicendo ai produttori di armi di non bloccare la concorrenza, anzi di partecipare.  I produttori dovrebbero competere tra di loro in base alla sicurezza delle armi, piuttosto che sulla maggiore potenza di uccidere.

3)   Rendere i dati sulle armi disponibili alle forze dell’ordine. L’industria delle armi negli Stati Uniti ha usato il suo peso politico per limitare l’accesso ai dati da parte delle forze dell’ordine. Il governo federale gestisce un sistema che traccia le armi trovate sui luoghi del delitto per ricostruire i concessionari originali che le hanno vendute. Ma l’industria delle armi ha ottenuto che il Congresso approvasse leggi che impediscono alle forze dell’ordine di raccogliere, condividere e analizzare questi dati. Questo limita fortemente la capacità della polizia di fare il suo lavoro. L’industria delle armi dovrebbe condividere i dati in suo possesso, e dovrebbe contribuire ad abolire le restrizioni del Congresso sui dati sulle armi usate in attività criminali.

Poiché tre dei più grandi produttori di armi nel mercato statunitense sono europei – Glock, Beretta e SIG Sauer – un team di leader di Metro IAF ha viaggiato in Europa nel 2013 e di nuovo nel 2014 per tentare di discutere con gli amministratori delegati di queste società. La risposta di Beretta è stata esemplificativa di tutte e tre le aziende: nessuna risposta.

Da allora, Metro IAF ha dato vita a una coalizione di acquirenti di armi del settore pubblico. Il 40% delle armi e munizioni venduti negli Stati Uniti sono acquistati dal governo con i soldi dei contribuenti, comprese le forze armate e le agenzie delle forze dell’ordine a livello locale, statale e federale. Metro IAF chiede ai funzionari del governo di usare questo potere d’acquisto per esercitare un’influenza sull’industria delle armi.

Funzionari di 69 giurisdizioni di tutti gli Stati Uniti hanno firmato questo impegno. Sono sindaci, capi di polizia, sceriffi, e governatori di città, paesi, contee e stati di tutta la nazione, in rappresentanza di 23 milioni di americani.

Lo scorso novembre, a nome di questo gruppo crescente, Metro IAF ha consegnato una richiesta di informazioni a sette tra i maggiori produttori di armi che operano nel mercato statunitense (inclusa Beretta Armi). Questa richiesta pone domande fondamentali sulle pratiche e le capacità delle imprese nei settori di cui sopra. Le risposte dei produttori, o la mancanza di risposte, diventeranno fattori per le future decisioni di acquisto in queste giurisdizioni. Al termine per le risposte (il 31 dicembre) nessuno dei sette produttori aveva risposto.

Metro IAF sta costruendo una coalizione molto più grande – con più funzionari in rappresentanza di città e stati americani, ma anche alleati negli Stati Uniti e a livello internazionale – per ottenere risposte dai produttori.

Vogliamo delle risposte da tutti i produttori, ovviamente statunitensi e stranieri.  Per le società europee come Beretta, Glock e SIG Sauer che operano nel mercato statunitense, Metro IAF apprezzerebbe un supporto dalle nazioni in cui si trovano. Chiederemo a leader religiosi, gruppi di cittadini e funzionari di governo in quelle nazioni di unirsi alle loro controparti negli Stati Uniti nel chiedere risposte e l’apertura di un confronto con i produttori.

Queste aziende hanno rapporti profondi con un segmento molto ristretto della popolazione degli Stati Uniti: gli appassionati di armi politicamente attivi. Chiediamo loro di relazionarsi con rispetto ad un segmento più ampio della società.

Joe Morris (New Jersey Together / Metro IAF)

Traduzione e adattamento a cura di Diego Galli